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Se non sai dove andare



A circa un mese dall'uscita su ilmiolibro.it, in attesa della prossima, arricchita, con Youcanprint-Borè, l'edizione di "Polvere di Silenzi" ha avuto un gradimento di 63 lettori su 65, dato riferito all'anteprima; per quel che ne so, ben otto persone hanno ricevuto-acquistato il libro con un solo commento a lettura completa (grazie ancora a Stefania Giacarelli).
In conclusione, non c'è che da essere soddisfatti; per chi non ha intenzione di leggermi, intendo. 

Un breve appunto da "La lettura", uscita odierna con il "Corriere della Sera"; il trafiletto, "Il podio del critico" è di Paola Italia (risparmiatemi le battute sul cognome appropriato per descrivere la nostra situazione; chissà quante ne avrà sentite in questa salsa): "Elementare, Watson!, verrebbe da dire dopo aver appreso da Ken Follet gli ingredienti giusti per realizzare un bestseller (guerra, slealtà, sesso, etc.). Con la fame di successo e denaro che ci si ritrova, qualcuno tenterà di seguire la sua strada. Dopotutto, basta vendere di un romanzo 700.000 copie mettiamo a 14.90 euro, con un 10% di diritti d'autore sul prezzo di copertina defiscalizzato, per guadagnare in fretta 1 milione (più quello che potrebbe arrivare da eventuali traduzioni e adattamenti). Purtroppo, senza merito - come a volte le classifiche eloquentemente confermano - qualcuno ci riesce davvero, perché ogni tanto quel concorso di circostanze favorevoli che chiamiamo fortuna va a pescare anche nel gruppo di quelli per i quali 'l'arte è un appello al quale molti rispondono senza essere chiamati' (Leo Longanesi)".  

Il trafiletto si chiude con una citazione; come nostra abitudine, per dare autorevolezza a quanto scriviamo, scegliamo un brano di un notorio a caso, purché anche vagamente adattabile a qualsiasi trasposizione, in digitale o cartaceo, di ciò che pensiamo o di ciò che vogliamo che altri credano che pensiamo. Del resto, non apriamo allo stesso modo anche romanzi, antologie e carta igienica varia? Citiamo e, siamo certi, la gente avrà un guizzo di interesse. E' come mettere la firma di un notorio accanto alla nostra, anche quando il notorio in questione ne avrebbe avuto orrore. 


Comunque, questa era una divagazione di cui me ne frega nada (personalmente, nemmeno le leggo, le ec-citazioni sui testi). Il punto è che, sostanzialmente, condivido lo scritto di Paola Italia, a parte quando fa' riferimento a un concorso, che non ho trovato su internet. Insomma, è un concorso per autori o chi, "quel concorso di circostanze favorevoli che chiamiamo fortuna"? Dov'è il bando?

Qualcuno, un tale Giovanni Sicuranza, ha scritto, no, anzi, sta scrivendo che la scelta di Giovanni Sicuranza è rara nel panorama narrativo italiano. 
Giovanni Sicuranza condensa in poche pagine le vicende di un romanzo e dilata in un filo conduttore la brevità di un racconto. 
Creare un racconto è in genere più difficile che realizzare un romanzo (la valutazione è, per l'appunto, di carattere generico). Mi riferisco al buon racconto, alla capacità di appassionare in versione bignami. 
Non tutti gli autori di romanzi sanno scrivere bei racconti, i più saggi nemmeno ci provano; tutti gli autori di validi racconti sanno scrivere, o hanno scritto, romanzi; i più noiosi, come Giovanni Sicuranza, lo hanno fatto ("Quando piove" e "Lungo il vento") o lo stanno facendo ("Mirabilia" e "Dove scorre il fiume").
"Storie da Città di Solitudine e dal Km 76", "Ritorno a Città di Solitudine" e "Polvere di Silenzi" sono l'ibrido tra queste due forme. 
La scelta eccellente di Giovanni Sicuranza. 
Il suo suicido commerciale.

Insomma, alla fine di questo capitolo, ricordate il concetto finale: avete un motivo in più per non leggere le opere di Giovanni Sicuranza; o, se leggete, per lasciarle incompiute. 

Una domenica piena di ombre a tutti noi (soprattutto a voi).

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