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Visualizzazione dei post da agosto, 2020

Tenia ridens

  Tenia ridens – Giovanni Sicuranza La tenia aveva vissuto con Carlo da prima del suo esistere, ne aveva condivo l’embriogenesi, cellula dopo cellula, percorrendo per un tratto le stesse tappe dell’evoluzione dal protomammifero alla specie umana. Carlo era alto 48 centimetri quando aveva urlato per la prima volta al mondo, la tenia, in un sussulto empatico, si era snodata per tre metri. Crebbero insieme, floridi e in reciproco accordo, la tenia e l’intestino del piccolo uomo già intimi e bisognosi di affetto. Tuttavia era un idillio destinato a finire presto e, nel solstizio d’estate prima dell’arrivo del nuovo virus, Carlo conobbe la Strega. Accadde in una sera di quelle che non vogliono storie, che non cercano umani, una sera in cui solo la figlia dello stalliere e della levatrice si affacciava dalla fessura in mansarda e osservava il nero del bosco con occhi di fuoco. Carlo ne era innamorato, certo, sognava di raccogliere funghi con lei tra le foglie dei castagni, però

Comincia la sera

Comincia la sera – Giovanni Sicuranza Comincia la sera. Con i contorni della giornata che sfumano, i riflessi del sole sulla cima dei monti seppelliti da una valanga nera priva di scampo. Le molestie del traffico stradale soffiate via, in una bolla lontana dal vento dell’Est, e i tuoi stivali che si accasciano infine sulla pietra fresca, antica e testarda, ferma a chissà quale era glaciale. Schioccano lievi i tuoi piedi liberi, si rincorrono fino al loculo che separa la mansarda dal bosco, e qui ti sollevi, fragile sulle punte, e contempli i fremiti del buio attraverso la finestrella unta di impronte e macchie ignote. Ecco la sera, diventa regina. La sera che dissolve contorni, confonde i sensi, annulla le certezze. La sera che è morte. Comincia la sera, putina di Bosco Magassa, figlia dello stalliere Luciano, figlia della levatrice Assunta; ogni sera porta la notte e ogni notte è tempo di nutrimento e di caccia, ora che i seni materni non hanno più senso e, dissangu