Comincia la sera – Giovanni Sicuranza
Comincia la sera.
Con i contorni della giornata che sfumano, i riflessi del sole sulla cima dei monti seppelliti da una valanga nera priva di scampo.
Le molestie del traffico stradale soffiate via, in una bolla lontana dal vento dell’Est, e i tuoi stivali che si accasciano infine sulla pietra fresca, antica e testarda, ferma a chissà quale era glaciale.
Schioccano lievi i tuoi piedi liberi, si rincorrono fino al loculo che separa la mansarda dal bosco, e qui ti sollevi, fragile sulle punte, e contempli i fremiti del buio attraverso la finestrella unta di impronte e macchie ignote.
Ecco la sera, diventa regina.
La sera che dissolve contorni, confonde i sensi, annulla le certezze.
La sera che è morte.
Comincia la sera, putina di Bosco Magassa, figlia dello stalliere Luciano, figlia della levatrice Assunta; ogni sera porta la notte e ogni notte è tempo di nutrimento e di caccia, ora che i seni materni non hanno più senso e, dissanguati, giacciono divelti accanto al fetore dei tuoi genitori.
Le ore della scuola e del gioco diventano inutili, il tempo smarrisce se stesso, il sole è un intervallo sudato per i cuccioli di questo breve paese, per questo sussulto al confine orientale di Bosco Magassa, il bosco della strega dell’Est, bruciata e sparsa chissà quando e chissà quante volte in ogni serpe di ghiaia e sassi che si srotola ad avvolgere le case.
Sbircia dal loculo, bella putina, mammifero inteso.
Con gli altri cuccioli di Bosco Magassa attendi i forestieri curiosi di stelle e silenzi.
Il virus è giunto in pace, vostro alleato, ha ucciso gli anziani custodi ed ora spinge le prede cittadine a cercare sicurezza nei borghi antichi.
Ecco la sera di Bosco Magassa, più antica della speranza.
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