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Visualizzazione dei post da maggio, 2013

Lacrimosa (RIEDIT)

Lacrimosa  (riedit) – Giovanni Sicuranza  La prima volta che ho raccolto un suo vestito, Lacrimosa aveva cinque anni. È un’età in cui il pianto uccide e fu proprio questo che mi fece; dicono che una scelta ti cambia la vita, ma nessuno aggiunge che, se ti cambia la vita, allora ti cambia anche la morte. Da quel giorno il mio respiro è rimasto annichilito nella disperazione di Lacrimosa.  Guardavo il cielo, quel giorno, inseguivo gli sbuffi grigi delle nuvole, e per un attimo mi sembrò di assistere alla caduta di un aquilone ferito; invece era la gonna gialla e rossa che Lacrimosa aveva indossato alla festa della scuola materna, leggera, con sentieri tortuosi di gelati e cioccolata. Io alla festa ero rimasto in un angolo, silenzioso tra gli ignorati, a perdermi nelle danze proprio di quella gonna. E rieccola, fruscio dal terzo piano, dalla stanza di lei, tra i giochi delle sue piccole mani, troppo piccole per resistere al vento, fino a quando il vento se la prese e Lacrimosa in

Oltre

Oltre - Giovanni Sicuranza E fallo.  Oltre confini della mia pelle, come  dente che penetra carestia.  Entrami piano, non lasciarmi il  tuo nome, solo lugubre amnesia.

Il prezzo del disgusto

E' un mondo di scommesse, quello del mio prossimo romanzo. Scommesse che mettono in discussione il senso sociale, il disgusto che ci accomuna, sfide ideate per distruggere le convinzioni degli individui, forse gli individui stessi. State attenti, perché la più leggera è rivolta a voi.  Berreste in un bicchiere colmo di acqua fresca, sapendo che dentro c'è una blatta morta e sterilizzata?  Fino a che punto dovrei spingermi nell'offerta per convincervi? Forza, si può scegliere; allontanarsi dal bicchiere, persino uscire nauseati dalla pagina.  Oppure potete stabilire il prezzo della vostra repulsione. 

Sul mio prossimo romanzo

Il mio editore mi ha sconsigliato di inserire argomenti con queste tematiche; "post", mi ha corretto, esasperato dalla mia autarchia  a tratti sparsi, cioè quando ne ho voglia; perdi consensi, mi ha rimproverato, giusto un respiro prima di perdere la vita; comunque, il punto è che ho anche istinti masochisti e poi che sono dispersivo, insomma, alla nona riga di lettura avete notizia degli argomenti in questione? E, soprattutto, chi di voi ha interrotto la lettura per verificare se si trattava davvero della nona riga?  Beh, eccoli, gli argomenti: in questi giorni ho una trama in testa, l'ebollizione di un nuovo romanzo. No, mi sono corretto, ed è qui che il mio editore ha avuto il primo ictus (tutto un insieme cerebrale, vero?), esprimermi così significa dare adito al luogo comune del pensiero magico. Avere una trama in testa è come ammettere che ho la testa infestata da un pensiero creativo, a me estraneo allo stesso tempo; come scrivere che la mia mente sta per ess

Facebook in Sicuranza

Punti di vista

Punti di vista Giovanni Sicuranza - Quanti sono? L'uomo attende, gli occhi dilatati nel binocolo, dove i binari sembrano diventare una linea nera a contatto con il cielo.  - Non lo sappiamo bene, Obersturmführer. Una virgola grigia è in rapido avvicinamento tra le nubi bianche. L'uomo regola il fuoco.  - Non lo sapete? Lo scheletro del treno a vapore si svela nelle lenti. - Però è puntale, Obersturmführer.  Helmut accenna a un sì silenzioso, il binocolo appassisce lungo il fianco.  - Avete ragione, Rottenführer. Del resto è un treno delle SS, no? - Sì, herr.  - Per questo è in orario perfetto. Se tralasciamo che doveva essere qui esattamente quarantotto ore fa.  Il Rottenführer accenna a un sorriso, che si spegne subito, incerto.  - Andate pure. E dite al comitato di benvenuto di prepararsi. - Anche la banda? L'Obersturmführer alza gli occhi al vento.  Il treno fischia un lungo richiamo.  - Anche la banda - sospira.  - Se poss

Continua (riedit)

Continua - Giovanni Sicuranza Non so, devi avere proprio una faccia da schiaffi per propormelo, mi dice, i decibel della voce sovrapponibili al sibilo di una zanzara. Il tono, invece, racchiude tutti i decibrut percepibili dell'udito umano.  Gli occhi le cadono nella schiuma emersa dal caffè appena ordinato, nelle fragili bolle di latte sudario, poi girano circospetti intorno al bar e, alla fine, tornano per affogare nella tazza.  Non mi guarda, non più che forse è un mai più. Lei lo sa, mi piace da quando ho iniziato lo stage in Macroeconomia Moderna, perché il suo corpo è l'unico argomento del corso che trovo affascinante e che vorrei esplorare. La nostra secchiona ha le labbra umide e piene e le gambe sono fiere tra lo spacco della gonna e gli anfibi.  Vorrei solo che ci prendessimo, esalo il mio alito al cappuccino nel suo orecchio, Ecco, tutto qui, non vedo perché dovrei aggiungere altro. Forse il suo sguardo è anche oltre la tazza, dopo il ripiano del t

Il profumo delle rose

Il profumo delle rose - Giovanni Sicuranza No, mi ascolti bene, consideri che l'ho anche sposato. Finalmente, adesso diranno perché ho voluto tanti fiori in chiesa e le candele profumate al rinfresco, quel brancolo di parenti ignoranti, anzi, ipocriti; lo sapevano tutti, tutti, quanto puzzava mio marito, che nemmeno le mosche avevano coraggio di entrarci in casa. Mica potevano ignorarlo,  la sua pelle era una sintesi tra il cavolfiore e il gorgonzola, dopo che li hai tenuti fuori frigo per un paio di settimane, sigillati nel cellophane, e poi apri, dico, che nemmeno un profanatore di bare economiche riuscirebbe a resistere. No, la prego, non mi faccia una domanda così banale, non è da lei, uomo arguto, che conosce il mondo, è ovvio che mio marito aveva altre qualità; ad esempio, mi faceva da servo, certo, consapevole che nessun'altra avrebbe avuto lo stomaco di abbracciarlo, e, beh, scusi, rabbrividisco, ma più che stomaco ci voleva un otre per il vomito. Adesso che fa

Profili

Profili - Giovanni Sicuranza Il profilo, arcuato nel vuoto, egiziano, dei suoi piedi, il resto di lei supino sul ventre dell'erba e poi c'è Marco, al suo fianco, assolo di desideri ingabbiati. I suoi occhi sono proprio dove lei finisce, sui piedi, dopo averla percorsa tra i capelli, sulle labbra e poi giù, nel ritmo regolare dei seni, respiro lieve come il vento di oggi, e ancora giù, dove l'arco plantare tende all'abisso.  Una passeggiata insieme, dall'ultimo casolare del paese, fino a quando le gambe hanno sostenuto le risate, le confidenze, e adesso eccoli, stanchi, sdraiati a un soffio dal cielo.  La Collina dei Senza Tetto è ombra sul paese di Marco. A Lavrange la indicano con questo nome e non importa quello ufficiale, perché in cima, dove ora lei e lui sono sdraiati, uno accanto all'altro, non occorre un tetto, perché le nuvole sembrano sfiorarti i capelli e questo, solo questo conta tra gli abitanti di Lavrange.  Marco è una nuvola che vo

Nero pomodoro

Nero pomodoro - Giovanni Sicuranza - Giura.  - Ma te l'ho detto, andiamo via, subito.  - Giura.  - Senti, non mi va di stare qui a pregarti, quel coso è già più vicino, sicuro.  - Balle.  - Allora sai che ti dico, obesoide, lo sai, vero? - Tutto il bene del mondo, tesoruccio.  - 'fanculo, prima mi trascini in questo posto di merda  - Tutto l'odore della campagna.  - vicino al cimitero, poi pretendi di fare crescere i pomodori tra i morti.  - Tutta la fertilità della terra, cara.  - E te ne stai fermo lì, con i tuoi centotredici chili, ad asfissiare il divano, e, mogliettina cara fai questo, tesoruccio fai quello, e vai a controllare l'orto e  - Tutto movimento per te.  - Beh, te lo dico per l'ultima volta, ero lì, tra i tuoi bastardi pomodori e - Uff.  - e hanno schizzato dappertutto, guarda le mie gambe, guarda, nemmeno se finivano nella falciatrice.  - Lo sai che adoro le tue gambe, tesoruccio.  - Non mi stai ascoltando, v

Il fruscio delle memorie

http://www.inmiamemoria.com/

Quando mi piaci

Quando mi piaci - Giovanni Sicuranza Mi piaci,  di petali sudati lungo la schiena. Mi piaci, nebbia di nylon sulle tue gambe. L'unghia rossa ancorata alla mia nuca. L'occhio giocoso se mi cerchi. Mi piaci, gemiti di mani tra i capelli,   fruscio dei   tuoi piedi nel  campo di sera.  Mi piaci. Quando tutto di te,  seno ventre e seno,  ama come te.

Amori universali [reprise]

"Amori universali" : Montaggio (approssimativo) del 2011, storia (-ella) scritta di getto nel 1999, dicembre,  sulla scia di un intercity verso Roma.  [immagine: "Adamo ed Eva", Fernando Botero, 1998]

Ninnananna reader

In attesa della prossima corriera, per osservarla andare via,  e rinnovare l'ansia di perdere quella dopo ancora,  leggo:   http://www.youcanprint.it/anteprime_libri/sicuranza_polvere_anteprima.pdf   sbadiglio e leggo:  http://www.youcanprint.it/anteprime_libri/sicuranza_vento_anteprima.pdf

Rimembranza

Rimembranza Chissà chi tra voi ricorda Giovanni, il bambino che commosse il mondo. Era la metà degli anni '70, l'inizio di un'infanzia smembrata. Quel bambino, Giovanni, torturato da un gruppo di scienziati per studiare la genesi mentale delle nostre paure, lo ricordate?  Il primo esperimento fu indurre nel piccolo la fobia dei topi. Giovanni giocava, gli scienziati entrarono nella sua stanza e sorrisero, un attimo prima di lanciargli un topo bianco tra le gambe.  Lo vedete, adesso, Giovanni, il fagottino in completo di jeans, con le bretelle lente sulle fragilità delle spalle.  Oscilla sui suoi tre anni e mezzo, stupito, gli occhi negli occhi dello spavento del topo e, il colpo, allo stesso tempo lo sentite, ora, il suono cupo, potente.  Uno dei ricercatori fa esplodere la testa di un martello su una sbarra di metallo.   Inizia così lo studio delle fobie sull'essere umano, inizia con un pianto la trasformazione di Giovanni. L'esperimento venne ripetuto.

Non smettono più

Non smettono più Giovanni Sicuranza Mio figlio ha occhietti talpici, pressoché inesistenti, chiusi da palloncini al posto delle palpebre, le iridi senza colore, perché  di un nero che assorbe tutto e nulla restituisce. Un nero idiozia.  Mio figlio mi guarda e io continuo a risucchiare le labbra, perché so che vedermi così gli fa schifo, più di quando ho la dentiera, sicuro. Risucchio le labbra fino in fondo, nella caverna della bocca, e con uno schiocco le riporto fuori. E lui fissa, affascinato, disgustato, forse pensando ai movimenti tentacolari di un'ameba. Di un suo simile, insomma.  - Non hai capito cosa ho detto? - geme.  Ha la voce di chi ha appena calpestato budini di merda a piedi nudi. Piagnucola, così ha iniziato la sua vita, così la porta oltre. E trascina le ultime sillabe in diapason di suppliche. Per questo adoro aumentare il ritmo delle labbra, dentro la bocca, fuori la bocca, un due, respiro, dentro la bocca, fuori la bocca. - Papà, ti prego, oggi ho

Essere Giovanni Sicuranza

Sono il più assiduo lettore di me stesso, per questo continuo a scrivere. Quando un emisfero encefalico sbuffa e, "basta con la mediocrità", dice, "concediti un buon libro di chiunque altro", l'altro deve dimostrare che posso ancora farcela.  Tutto qui, è la persistenza della mia schizofrenia. [da " Essere Giovanni Sicuranza " di Sicuranza Giovanni, autobiografia non autorizzata, Losaccio Pasquale Editore; 2013] 

Nel cimitero morente

Nel Cimitero Morente - Giovanni Sicuranza Luci da niente, ombre slabbrate sui viali,  non ha memoria l'acido presente. Sulle lapidi lacrime di muffa, le bare  ormai vuote, le bare tutte arate d'oblio.

Passi a ritroso

Ah, i tempi della nebbia, tra percorsi di donna ... http://paolascialpi.blogspot.it/search?q=Sicuranza

Medusalemme

Mentre proseguo il percorso involutivo, mi imbatto in piacevoli prede come la scheda editoriale di Youcanprint su "Lungo il vento". Non si tratta di una recensione, eppure, chissà, qualche lettore potrebbe persino trovarla attinente alla propria percezione.  Oceanomorfici saluti.   *** Lungo il vento è un romanzo che percorre tre diversi momenti storici, uniti dalla stessa ambientazione: Magnanimo, un piccolo paesino il cui nome suona come un paradosso.  I primi anni quaranta vedono protagonisti un gruppo di partigiani guidati da Federico Celesti, che durante le ultime fasi della seconda guerra mondiale, lottano per la patria, lottano per resistere. È una lotta dura e cieca la loro, che a volte punisce anche chi non ha colpe. La seconda metà degli anni sessanta invece vede protagonista il carabiniere Pasquale Losaccio, arrivato da poco a Magnanimo, si trova subito bene in quel paese che gli ricorda il sud, il suo luogo natìo. Un paese in cui riecheggia il

Ars come "arso"

La presentazione dei miei personaggi è anticipata alle 19.15 di oggi, solito posto a Cattolica, tra pub e spiaggia.  Domani seconda puntata con il processo, la prevedibile condanna per crimini contro la letteratura e il rogo dei libri sicuranziani nel crepuscolo del mare (l'autore si è impegnato a non inquinare, pena finire abbrustolito in un rantolo di carta igienica)  Vi aspettiamo numerosi e accesi.