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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

Il mio tesoro

Il mio tesoro – Giovanni Sicuranza Riflesso azzurro – è il led, tranquillo Plin – è quasi pronto, stai calmo Riflesso azzurro – è solo il led, tranquillo, sempre il led Plin – è quasi Riflesso elettrico - sulle mani Plin – pronto. Le dita incespicano nella maniglia, tirano, no, lo sportello non si apre, aspetta, no, IdiotaCheSono , le dita dell’altra mano schiacciano il tasto. Lo sportello scatta, liscio, non turba il silenzio della casa. Lazarus rimane ancora immobile, la fotografia di tre minuti di attesa davanti al microonde, il petto adesso piccolo, troppo piccolo per sopportare il battito cardiaco, che allora se ne va in gola, sembra riempirla, sembra. Lazarus si smuove, uno scatto prima del panico. Ogni volta il barattolo scaldato al microonde ha un prezzo, ben oltre di quello al mercato nero, ben oltre l’ansia di sentire i passi del corriere sul pianerottolo, con il timore che un giorno si metta a bussare alla porta, per

Qui

Qui - Giovanni Sicuranza L'aria della primavera, tiepida come guancia nel risveglio. 

nella notte

nella notte – Giovanni Sicuranza Io sono un respiro appeso all’albero bronchiale, la migrazione perduta  dalle caverne polmonari. Io sono l’untore  del tuo soffio vicino, uno straniero agli isolati algoritmi del cuore. Io sono ogni attimo insoluto, ogni nutrimento perduto nei corpi attoniti di questa  gremita notte. (immagine: disegno di Alberto Martini, 1876-1954)

Popolo di artisti

Popolo di artisti – Giovanni Sicuranza La natura morta dei nostri respiri è dipinta sulle grinze deformate dei sudari. Si cela ai superstiti questa mostra permanente. (immagine tratta da  https://www.uzak.it/rivista/uzak-35/della-notte/la-notte-metafisica.html )

Natura morta

--> Natura morta – Giovanni Sicuranza Ascoltalo. Il sangue denso cerca la mano distesa sul cemento, la tocca, si adagia sulla pelle, ha bisogno di ritrovarla nell’intimo, eccolo, lambisce la piega del polso, ogni sentiero del palmo, entra tra gli spazi della dita, si affolla intorno e già cerca altro. Ascoltale. Le vesti pesanti e accorte della morte che lasciano il corpo supino di questa giovane donna, la mano nutrita ancora dal suo sangue, ma non più dall’interno, dal sangue che se ne va in un rivolo dal foro sulla fronte, e adesso esplora anche la mela rotolata dal sacchetto della spesa, una mela bianca, lucida di sole. Ascolta il muto surrealismo di questa scena. Ascoltalo e poi, come fanno dai balconi del palazzo che sovrasta l’immobilità assoluta di questo corpo sull’asfalto, dalle tane delle persone rintanate ai piani superiori, applaudi al pericolo scampato. ********************** Petra dice che farà presto. Ho già compilato la li