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Visualizzazione dei post da febbraio, 2014

Necropolis

Necropolis Elenco delle necropoli di: "Storie da Città di Solitudine e dal Km 76" (2010),  "Ritorno a Città di Solitudine" (2011),  "Polvere di Silenzi" (2012),  "Lungo il vento" (2013):  http://www.youcanprint.it/librerie-in-italia-self-publishing.html

Grandi geronti

Il Grande Geronte  [Nostra Signora della Fossa]  -  Giovanni Sicuranza   La strada è vecchia; chi vive a Lavrange dice che è lì da tanti di quei sospiri, ah, sapessi, da tante di queste nostre angosce; la coralità del paese se ne esce con la stessa esclamazione, che abbia centodue anni, come mastro Guercio, il ciabattino, o diciassette, come il figlio di Nella, vedova spezzata da un lutto acerbo; Giovanni, detto Cappellì, il suo sposo finché-morte-non-vi-separi, è precipitato nella voragine di Nostra Signora della Fossa, tra le note cupe di Monte Trapasso, e appena ieri è stato seppellito; cioè, hanno infossato in un angolo del cimitero i suoi cappelli, diciassette, tutti in paglia, bianchi, una fascia di cotone a circumnavigarli, nera come il lutto che ora cinge il braccio e il cuore dei genitori.   Lavrange sospira; se persino il Cappellì è sparito nella voragine, con il corpo disperso in una caduta verso l'infinito, forse significa che Nostra Signora della Fossa vuole

Il Bue oltre la Siepe.

Il Bue oltre la Siepe - olio su padella - G. Henri Sicurisse

Valentinanza San #II

Valentinanza San #II Non so, devi avere proprio una faccia da schiaffi per propormelo, mi dice, i decibel della voce sovrapponibili al sibilo di una zanzara. Il tono, invece, racchiude tutti i decibrut percepibili dall'udito umano.  Gli occhi le cadono nella schiuma emersa dal caffè appena ordinato, nelle fragili bolle di latte sudario, poi girano circospetti intorno al bar e, alla fine, tornano per affogare nella tazza.  Non mi guarda, non più che forse è un mai più. Lei lo sa, mi piace da quando ho iniziato lo stage in Macroeconomia Moderna, perché il suo corpo è l'unico argomento del corso che trovo affascinante e che vorrei esplorare. La nostra secchiona ha le labbra umide e piene e le gambe sono fiere tra lo spacco della gonna e gli anfibi.  Vorrei solo che ci prendessimo, esalo il mio alito al cappuccino nel suo orecchio, Ecco, tutto qui, non vedo perché dovrei aggiungere altro. Forse il suo sguardo è anche oltre la tazza, dopo il ripiano del tavolo, mag

Valentinanza San #I

Valentinanza San I  - Che ore sono? - Uh? - Dai, ti ho chiesto solo. - Porca puttana, non vedi che sto leggendo? - Sempre tu al centro dell'attenzione, vero? Sto ancora lavorando, io, cazzo ti costa guardare l'orologio, anzi, guarda, mettiti anche al centro del quadrante, con le lancette nel culo.  - Fottiti, manca un minuto a mezzanotte e, sai la novità?, continui a rimanere psicotica.  - Ah.  - Ancora poco. - Già. - Già.  - Uff, e adesso?  - Adesso, ecco, sì, ora è iniziato il giorno dopo. - Cioè, che noia che sei, fatti capire, lineare, da A verso B, hai presente?  - E' mezzanotte, così il concetto dovrebbe essere semplice anche per i tuoi neuroni.  - Figurati, a frequentare un idiota come te. Comunque, se è mezzanotte, buon San Valentino, caro.  - Sì, tesoro, buon San Valentino, ah, e abbassa la luce, mi stai frantumando il piacere della lettura.  - Ma ficcatelo dove dico io, il libro. 

Come un romanzo

Come un romanzo - Giovanni Sicuranza Quello che Elèna sapeva fare con la bocca e con i piedi, beh, nemmeno saresti riuscito a chiederlo ad un'altra e forse un'altra nemmeno lo avrebbe fatto; lei sì, ogni volta così nuova da farti sembrare la penetrazione un capriccio stantio, quasi una seccatura; dopo, però, la noia tornava, dopo sentivo il bisogno di solitudine e scendevo al bar, da Orgeo, e trascorrevo un pacchetto di sigarette, quattro gin tonic e due ciotole di salatini a tormentarmi, a mordermi dentro, confuso; con lei andavo alla grande, mi chiedevo se l'amavo, e, cavolo, sì, mi rispondevo, ne ho bisogno, ma era un sentimento di lenzuola umide e arruffate; scuotevo il capo, così indeciso, lieve, che persino i capelli morti rimanevano saldi nei bulbi cimiteriali della testa,  e allora Orgeo mi lasciava consumare un'altra sigaretta, in silenzio, nella penombra dei neon; era il tempo in cui fumare non faceva male alla salute di chi ti sta intorno e mille l

Condensa

" Ci sono narrazioni già intense in poche righe, signore; mi creda, lo sono al punto da rendere  superfluo ogni romanzo "  [ Edgar Allan Poe rivolto a mister Dan Brown - Baltimora, 7 ottobre 1849 ]

Dodici righe da

Scie - Giovanni Sicuranza I tuoi passi rugosi sulle cicatrici del sentiero, i tuoi passi che apprendono la stessa paura dei progenitori, come passi antichi d'Africa. Scappa, non guardare indietro, lascia nella neve la tua mente, è troppo piena del grasso respiro della strega. Nostra Signora della Fossa è rimasta nella casa marcia di Lavrange, attende, ma forse ancora non avverte il mediatore chimico tra i tuoi passi e il tuo freddo sudore, questa scia lasciata dal tuo essere preda. Però, lo sai, vero?, l'aria si riempie in fretta; quest'aria che sanguina notte, ferita dal vento, quest'aria che bussa alla porta di Nostra Signora della Fossa e le offre la tua adrenalina come desiderio di cibo [...] [dodici righe dal romanzo " Nostra Signora della Fossa " di Giovanni Sicuranza, nostro scrittore della muffa]

Complice fugace

Complice fugace - Giovanni Sicuranza Mi chiamo Sorpresa  Con fruscii di sapori  danzo sul tuo corpo  confuso di rapimento  e con odori di desiderio  riapro le tue labbra a nuove trasgressioni Mi chiamo Sorpresa  Tra forme di  pluviale femminilità  celo un nerbo  di ricordo virile e mi indosso ogni volta  su un corpo nuovo  eretto di uomo  umido di donna  Mi chiamo Sorpresa  Nella mia attesa sei  marito o moglie di  vento calato  su lenzuola di silenzi  e quando infine arrivo  veloce ti privi  di maschere e vestiti  su eccitazioni negate  Mi chiamo Sorpresa  e dopo il tuo orgasmo  divento  silenziosa solitudine

Narcisismi

Narcisismi - Giovanni Sicuranza Narciso è volato in cielo.  Questo dovrei dire a mia figlia. Solo che è sbagliato, la psicologa dell’asilo mi ha spiegato che le frasi preconfezionate mascherano la morte e confondono i bambini e i bambini, invece, hanno già una generica intuizione del morire, un'intuizione più matura dei nostri adulti tabù. In ogni caso, con Narciso, l’inganno sarebbe ancora più forte. Non è volato in cielo, il nostro micio è precipitato dal settimo piano.  Ciao ciao Narciso. *** Altra frase fatta è che i gatti hanno sette vite.  Beh, Narcisio se le è giocate tutte, piano dopo piano, perché quando è atterrato era uno splash di pelo sanguinolento. Ossa non ne ho viste. Polverizzate, mimetizzatesi con l’asfalto, credo. Questa sera, quando la mia vicina parcheggerà l’auto, probabilmente le ruote si fermeranno su frustoli sparsi di Narciso.  Questo è l’aspetto più bello della storia, per cui potrei anche decidere di finirla qui, ma ho deciso di es

Chi è il nemico - capitolo stretto

Chi è il nemico - capitolo stretto - Giovanni Sicuranza Se torni a casa, a passi stretti tra le pareti di ghiaccio, non lasciare gli occhi sul sentiero, sull'erba bianca e deserta che calpesti. Se il riflesso laggiù, lungo le pareti in pietra, quel tremulo arancio che veste la casa al bivio tra il paese e il vento, è quello delle fiamme di un cammino, allora vai; ma cammina piano, rischia il gelo per conoscere questo mondo antico come l'era della glaciazione. Tu non c'eri, io nemmeno, e questo è il momento per trovarlo, per capire come siamo sopravvissuti, tutti noi, umani, al rischio di estinzione. Come siamo stati forti nelle intemperie dell'evoluzione, era glaciale dopo era glaciale. Apprendilo e ricordalo, ti sarà utile.  Se cadi adesso, rinunci al percorso della nostra specie, se pensi solo a raggiungere il calore di quella casa, e affretti il fiato, non saprai mai dei piccoli passi dell'umanità, tra il freddo, il vento, e nulla saprai della pau