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Visualizzazione dei post da 2021

Nel silenzio - Giovanni Sicuranza

Nel silenzio - Giovanni Sicuranza La donna che è una ragazza, che vive l'infanzia della maternità, questa donna con le iridi del cielo limpido, la pelle sbiadita delle novelle defunte, i capelli neri e intrecciati come trama di un libro gotico, questa donna ha un sussulto.  Le mani se ne vanno al petto, il petto si ferma al loro tocco.  La donna guarda oltre il bosco, verso un luogo che non conosce.  E sa.  Così, dopo un viaggio che ha tagliato chilometri di distanza e divieti e risposte non date a chi le respira intorno, giunge infine al cimitero.  L'uomo tace, con vestito leggero di terra, gli occhi infossati a scrutarsi dentro.  Non la saluta, eppure potrebbe riconoscerla subito anche se mai l'ha vista.  Lei è proprio come l'avrebbe immaginata se per un attimo, un solo attimo prima della caduta nel baratro, avesse scritto di come sarebbe stato il loro incontro dopo la sua morte.  Nera, elegante nella dissonanza dei jeans sotto la giacca con il bavero rialzato ad ali
  Ticchete tacchete toc - Giovanni Sicuranza Una signora si ammala.  E' disperata per le rughe assembrate sulla morbida simmetria del suo viso.  Questa signora piange, si aggrava, muore e nella bara, tra i lutti, sorride.  Accoglie la putrefazione a scioglierle ogni sfregio di vecchiaia. Ticchete ticchete toc: https://youtu.be/kqV5-iXh-r4

Amori fragili

  Amori fragili - Giovanni Sicuranza Una volta, lungo l'autunno delle fate, hai chiuso gli occhi.  C'era il respiro tuo, c'era il buio del mondo e, finalmente,  l'universo tutto, bello come quello assorbito negli inverni di solitudine attraverso le immagini di Google, profondo come la fossa del bosco dove dormono il gatto Terence, la cricetina Molly e Luca, fratellino bello e ritardato. E' vero che all'inizio ti sei un po' stupita, un sussulto delle mani sdraiate sul letto di muffa accanto al resto del corpo fragile, ed è vero che in quello stupore sei stata aggredita dall'odore rancido della tua stanza, dal peso sul petto delle urla dei tuoi genitori, tuttavia è stato un attimo, proprio un attimo, l'onda veloce di una deglutizione; hai compreso la bellezza celata da chissà quanto tempo dentro le tue palpebre e non sei  più  tornata indietro. Ogni tanto qualcuno sale ancora in mansarda, scricchiola tra le articolazioni del pavimento in larice, ti chi