Amori fragili - Giovanni Sicuranza
Una volta, lungo l'autunno delle fate, hai chiuso gli occhi.
C'era il respiro tuo, c'era il buio del mondo e, finalmente, l'universo tutto, bello come quello assorbito negli inverni di solitudine attraverso le immagini di Google, profondo come la fossa del bosco dove dormono il gatto Terence, la cricetina Molly e Luca, fratellino bello e ritardato.
E' vero che all'inizio ti sei un po' stupita, un sussulto delle mani sdraiate sul letto di muffa accanto al resto del corpo fragile, ed è vero che in quello stupore sei stata aggredita dall'odore rancido della tua stanza, dal peso sul petto delle urla dei tuoi genitori, tuttavia è stato un attimo, proprio un attimo, l'onda veloce di una deglutizione; hai compreso la bellezza celata da chissà quanto tempo dentro le tue palpebre e non sei
più
tornata indietro.
Ogni tanto qualcuno sale ancora in mansarda, scricchiola tra le articolazioni del pavimento in larice, ti chiama, ti chiama e ancora ti chiama.
Ne avverti il respiro, un mantice che si appoggia sul viso senza delicatezza, pesante di lacrime e di rabbia, e non importa, perché sei distante, oltre i confini di questo mondo putrefatto.
Forse è la mamma, forse il babbo, nemmeno di questo ti preoccupi, speri solo che oggi sia la volta buona.
Dovranno pur convincersi che sei morta, basta non riaprire più gli occhi; infine ti porteranno alla fossa e lì, delicati, ti caleranno.
A ritrovare i tuoi amori tutti.
(immagine dal surrealismo di Agnes Boulloche, cit.: https://ilmondodimaryantony.blogspot.com/2014/02/il-surrealismo-fantastico-di-agnes.html)
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