D'accordo, mi avete quasi convinto. Torno in versione live, non senza musica ed effetti speciali.
Tradotto: chi verrebbe alla presentazione del mio libro, mettiamo a novembre? Nei dintorni del bolognese, mettiamo anche questo.
O, se avete buone idee, mi spingo persino in altri boschi italiani.
Scrivetemi (qui, su twitter, su facebook, alla mail homointerrogans@gmail.com), proponetemi, convincetemi.
Meglio, convincetevi.
Grazie
“Storie da Città di Solitudine e dal Km 76” è una raccolta di racconti che ridefiniscono il confine della realtà e del senso comune attraverso storie singolari e interessantissime, ai margini della notte, dove sentimento e follia, tragedia e disperazione si intrecciano in voci narrative singolari. Si notano le “vicinanze” letterarie che hanno influito sulla prosa utilizzata dall’autore, che si nutre con forte evidenza del genere gotico americano.
Lo stile di Giovanni Sicuranza ha pochi precedenti nella nostra letteratura e dimostra una contaminazione con quegli autori che hanno fatto la fortuna del ‘gotico americano’, per intenderci quel periodo che si situa dopo i grandi classici dell’incubo stelle e strisce, ovvero sia Edgar Allan Poe e Howard Phillip Lovecraft e prima degli anni settanta, che vedranno il fiorire del genere grazie ad autori come Stephen King (negli Stati Uniti) o Clive Barker (in Inghilterra). Per entrare nello specifico le atmosfere soprannaturali e l’atmosfera di inquietudine che Sicuranza riesce a materializzare racconto dopo racconto fanno venire in mente Robert Bloch (vedi alla voce Psycho) oppure quell’Algernon Blackwood stimato come ‘creatore di incubi’ dallo stesso Lovecraft"
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