Dall'intervista alla presentazione di Firenze:
GS: Ho deciso che, dopo questo libro, ne editerò solo un altro, verso l'estate 2013. Sempre che sia ancora vivo, intendo.
SG: Perché solo un altro?
GS: Beh, annunciarlo innalza le vendite di circa un lettore, mi creda. Si dovrebbe declamare questo dogma ad ogni uscita d'opera.
SG: Vuole essere più preciso?
GS: No. Aggiungo solo che il titolo del mio prossimo romanzo sarà "Mirabilia" o "Nostra Signora della Fossa".
SG: Insisto. Perché fermarsi al settimo? E, soprattutto, perché stressarci fino al settimo? Finire con "Polvere di Silenzi", no, eh?
GS: Ma, vede, si tratterà del settimo, appunto. Numero perfetto. Insomma, la sente la differenza, nel coccodrillo, tra "scrisse sei romanzi" e "scrisse sette romanzi"? Molto, ma molto più "in".
SG: E dopo basta. Promesso?
GS: Senta, non sono asociale, però non sopporto la folla. Quando entro in un ipermercato natalizio, a soffocare tra tutta quella gente, il massimo del mio buonismo arriva al desiderio di una strage con psicotropi. Adoro il mare della Romagna, ma ci vado tra fine settembre e giugno, fuggendo dagli ombrelloni con un pronunciato senso di nausea.
SG: Non la seguo.
GS: Ecco, mi faccia il favore, non mi segua, che mi "affolla". Intendo che non posso reggere oltre. Non posso pubblicare libri in una moltitudine di libri. Quegli assembramenti sugli scaffali delle librerie mi tolgono il fiato. Non voglio sfinire una parte di me nella folla cartacea.
SG: Vuole fare una pausa? Sta sudando. Se andiamo avanti, finisce che ci gocciola sulla copertina del best-seller della settimana.
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