Nuove leve
Giovanni Sicuranza
Nessuna speranza dal fronte, il nemico ha accerchiato le truppe.
Occorrono nuove leve, come l'anno prima e quello prima ancora, questo si ansima nelle stanze del Governo, mentre la guerra lampo invecchia tra morti e dispersi.
Solo che sono già tutti al confine. Quelli di dodici anni, con secchiello e paletta, perché di rifornimenti non se ne parla, anzi, se ne parla e basta. E quelli di settanta, con le carrozzine a formare le unità con mezzi di trasporto.
Poi il Governo comprende e si stupisce di non averci mai pensato.
Basta chiamare alle armi i feti maschi, arruolarli in ecografie di massa.
Così, anche se non sono ancora venuti al mondo, i bambini partono per il fronte. Unità sterminate di nascituri affrontano le truppe degli invasori in fotografie in eco-color-doppler.
Il nemico è confuso. Sotto l'ondata del nulla, rallenta l'invasione. Nuovi soldati, armate immense, arriveranno.
Questo si dice, questo si minaccia, mentre le foto uterine sono propagate dall'aviazione superstite.
Il nemico scava trincee lungo il confine, si ferma.
Attende.
Solo dopo mesi, ai primi vagiti, ricomincia a uccidere.
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