Nel giorno della tua festa - Giovanni Sicuranza
Nessuno alla tua festa. Nemmeno oggi.
Eppure ci sei, ti vedi, ti senti. Sola.
Se non ricordi gli anni che hanno scavato i tuoi tessuti, non capisci perché neanche un’amica, i tuoi figli, il tuo uomo. O le colleghe che cinguettavano “quanto sei unica, indispensabile e du du du da da da”.
C’è soltanto il sole, oggi. Dilata i pori del tempo e permette a chiunque di attraversarlo, con calma. Intorno, i tuoi occhi camminano, fino a quando dal bosco non escono sulla ghiaia che porta al cancello.
Allora ti chiudi nel buio delle palpebre e senti il lamento dei tuoi tacchi lungo le valanghe piccine dei sassi. Il vento è fragile, ma basta a vestire le gambe tue nude, a penetrarti e passare oltre.
Oltre è davanti a te, oltre è un cippo erto al giorno della Memoria. Di legno scuro, come se stesse sudando, intagliato tra i rovi di un roseto. Morto.
Ora lo sai, non serve ricordare ancora, svelare chi sei, rafforzarti con particolari del carattere.
Dovevi solo comprendere che nemmeno oggi verrà qualcuno.
E tornare tra i silenzi, nelle ombre delle tombe.
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