Il mio giorno della memoria - Capitolo III - Giovanni Sicuranza
Lei ti parla e le parole avvolgono come afa di palude. Fuori è buio, fa freddo, il giorno è un cadavere ed è come lei, lei piena di germi. Questo pensi, mentre ti chiede se la desideri, e pensi che sembra bella, ma dentro brulica di batteri, colonie di miliardi di microcosmi tra le pieghe della sua pelle. Fai un buon odore, ti ha detto quando ha cercato di unire le vostre labbra, e hai pensato che vivere con lei significa condividere, peggio, accettare, la puzza dei vestiti sporchi, le tossine dei batteri che ammorbano tessuti.
***
- Allora, vi siete baciati?
Primo è il tuo amico, il primo e l'unico che sa che è meglio non toccarti, quanto è meglio non toccarti; per questo lo accetti, purché non ti aliti in faccia. A volte lo dimentica.
- Scusa.
Scrolli le spalle, come a fargli capire che non vale granché, e lo fai appena, perché gli sia chiaro che anche oggi lo tolleri.
- Ancora con la fissa dei germi.
- Non guardarmi.
- Certo, scusa. Però non l'hai baciata. Insomma, cosa vorresti, bruciarle tutte?
- Olocaustizzazione.
- L'Olocausto?
- Oggi è il giorno della memoria, lo sai. L'Olocausto piace.
- Scherzi?
- Chiediti perché si parla solo dell'Olocausto. Eppure riguardò solo una piccola parte, l'ultima, del periodo dello sterminio.
- Sì, ma.
- Ascolta, l'Olocausto è statistica, è organizzazione industriale; non senti quanto è moderno? Per questo ci attrae, lo sentiamo in qualche modo comprensibile, quasi familiare, è strage pianificata, predeterminata, pulita, incasellata nei grandi numeri industriali. E' il fremito nero dei nostri tempi.
- Tu sei fuori.
- Insomma, pensaci, non è come la macelleria delle fucilazioni di massa, eppure i nazisti iniziarono così, andarono avanti a lungo così, ma quella è roba vecchia, da trogloditi.
- Devo andare.
- Primo.
- Sì?
- Sarai sempre secondo, lo sai?
Primo annuisce, lo vedi, e soffre.
Lui suda.
Espande tossine.
- Sparisci - dici, senza aspettare che esca dall'auto, e ti volti dall'altra parte.
La neve arriva da qualche parte del cielo, sconosciuta, lontana, e cade, cade su un giorno della memoria che è già imbrunire.
NOTA: il capitolo riprodotto è stralcio casuali dal romanzo "Democrazia della morte" di Giovanni Sicuranza; trovate altri brani nel corso di questo blog.
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