Crescita* - Giovanni Sicuranza
[da "Nostra Signora della Fossa"]
Sei immobile e guardi.
A spezzare l'orizzonte del prato, proprio davanti a te, a pochi metri dal tuo corpo sudato sotto il portico di casa, Elias è una massa informe con tua sorella.
Hai appena masticato lumache, lumache fritte con prezzemolo, le ha fatte mamma. Elias, il tuo grande amico, le ha raccolte dalle ombre del bosco.
Elias che bacia tua sorella.
Guardali, ora lo sai, lui ti ha scelto come amico solo per la piccola moccolosa.
Sai di lumache e di rabbia e li fissi; bocca schiaccia bocca, le lingue che si staranno cercando, proprio come lumache bavose.
Questo fanno quando si baciano, rigurgiti nella ferita del tuo orgoglio, si scambiano lumache.
Elias ti ha usato, la moccolosa ha deriso la tua ingenuità.
E' così che conosci il desiderio tra maschio e femmina, lo osservi e ti fa schifo. Aveva ragione mamma, sì, quando ti ha chiuso nella cantina; quei video porno, Elias li aveva scaricati gratis sul tuo cellulare, ma mamma se ne è accorta, ti ha afferrato l'uccello, dritto, lo ha stretto forte e ha urlato. Sei disgustoso, non farlo più e, mai, ha detto, e ha tirato, mai avvicinarti alle sporcizie del sesso.
Troppe parole, troppi strattoni, mamma, troppa eccitazione; le sei venuto in mano ed è stato come cadere all'inferno.
Una settimana in cantina, solo acqua e dolore, solo preghiere alla notte e la voce di mamma dal buio, la sua voce che taglia la carne, evira la speranza; fai schifo, sei un pervertito, peggio di tuo nonno, sei peggio di mio, oh Dio, di quel laido di mio padre.
La notte ti premeva dentro fino a fare male.
Adesso eccole, lingue che si scambiano bava tra la bocca di Elias e quella di tua sorella, scie di lumache tra una tana e l'altra.
La tua delusione è la tua notte, questa notte che porti dentro, piccolo. Oggi cresce ancora un po' e con lei cresci anche tu.
Guarda l'amico, guarda la sorella, e stringi i pugni, spremi gli avanzi di lumaca in succhi di dolore.
Ancora non lo capisci o forse, nel tuo silenzio notturno, intuisci che sei l'alba di una furia seriale, che, un giorno, porterai tutte le lumache nel buio e ritroverai il conforto.
Torna dentro, urla tua madre, voce umida dalla cucina, torna dentro, ora.
Sì, piccolo, torna dentro. Per ora.
[da "Nostra Signora della Fossa"]
Sei immobile e guardi.
A spezzare l'orizzonte del prato, proprio davanti a te, a pochi metri dal tuo corpo sudato sotto il portico di casa, Elias è una massa informe con tua sorella.
Hai appena masticato lumache, lumache fritte con prezzemolo, le ha fatte mamma. Elias, il tuo grande amico, le ha raccolte dalle ombre del bosco.
Elias che bacia tua sorella.
Guardali, ora lo sai, lui ti ha scelto come amico solo per la piccola moccolosa.
Sai di lumache e di rabbia e li fissi; bocca schiaccia bocca, le lingue che si staranno cercando, proprio come lumache bavose.
Questo fanno quando si baciano, rigurgiti nella ferita del tuo orgoglio, si scambiano lumache.
Elias ti ha usato, la moccolosa ha deriso la tua ingenuità.
E' così che conosci il desiderio tra maschio e femmina, lo osservi e ti fa schifo. Aveva ragione mamma, sì, quando ti ha chiuso nella cantina; quei video porno, Elias li aveva scaricati gratis sul tuo cellulare, ma mamma se ne è accorta, ti ha afferrato l'uccello, dritto, lo ha stretto forte e ha urlato. Sei disgustoso, non farlo più e, mai, ha detto, e ha tirato, mai avvicinarti alle sporcizie del sesso.
Troppe parole, troppi strattoni, mamma, troppa eccitazione; le sei venuto in mano ed è stato come cadere all'inferno.
Una settimana in cantina, solo acqua e dolore, solo preghiere alla notte e la voce di mamma dal buio, la sua voce che taglia la carne, evira la speranza; fai schifo, sei un pervertito, peggio di tuo nonno, sei peggio di mio, oh Dio, di quel laido di mio padre.
La notte ti premeva dentro fino a fare male.
Adesso eccole, lingue che si scambiano bava tra la bocca di Elias e quella di tua sorella, scie di lumache tra una tana e l'altra.
La tua delusione è la tua notte, questa notte che porti dentro, piccolo. Oggi cresce ancora un po' e con lei cresci anche tu.
Guarda l'amico, guarda la sorella, e stringi i pugni, spremi gli avanzi di lumaca in succhi di dolore.
Ancora non lo capisci o forse, nel tuo silenzio notturno, intuisci che sei l'alba di una furia seriale, che, un giorno, porterai tutte le lumache nel buio e ritroverai il conforto.
Torna dentro, urla tua madre, voce umida dalla cucina, torna dentro, ora.
Sì, piccolo, torna dentro. Per ora.
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