Vacca bastarda
Giovanni Sicuranza
Sono lieto di ucciderti, vacca bastarda.
Per questi occhi pieni di niente, bovini anche ora, mentre il metallo preme al tuo centro di gravità permanente.
Con la canna della mia pistola che affonda in mezzo al lobo frontale.
Continui a fissarmi e non sai cambiare espressione. Non ne hai un gran campionario, vero?
Pensavi che le tue tette bastassero a rammollire la mia decisione. Credevi che farmele toccare, spremere persino, creasse un legame tra noi.
Non era la passione che cercavo, vacca bastarda.
Hai avuto una sola occasione, quando ho voluto entrare nelle sodità del tuo culo.
L'hai frantumata con i calci, quella vacca bastarda di un'occasione.
Ora non importa. Ora ti infilerò un solo proiettile in questa faccia bovina e sarò appagato.
Alla fine, vedi, sei una mucca tra le tante.
Carne da macello, come tutte, prima di te.
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