Tempeste
Giovanni Sicuranza
Non ha nemmeno una possibilità.
Repentino, avvertiva il cambio di temperatura, il codice dell'aria che avvisa dell'acqua in arrivo.
Questo prima. Questo quando riusciva a trovare rifugio.
Ora no.
Nessun segnale, nessuna chimica.
Non reagisce. Nella valanga di pioggia, sa solo annegare.
Intorno, cadaveri, decine di cadaveri giacciono con il ventre stupito, gravido di acqua.
Le ali perforate della violenza delle gocce, le zampe seppellite nel fango. Le antenne protese come scheletri di dita a indicare il nulla.
I fiori hanno proprio bisogno di bere, pensa la donna. Stringe la canna tra le mani, la lunga canna verde da giardino, e sposta il getto alla prossima aiuola.
Commenti