Funerali de "I romanzi di Giovanni Sicuranza"
Con l'avvento della Repubblica Giusta, Unica, Omologata e Libera di Facebook, molti di coloro che, durante l'Era della Realtà, erano stati pressoché ignorati, e che sapevano di sapere ogni cosa ci sia da sapere, ora si trovavano al centro dell'attenzione. Anche autori sconosciuti al grande pubblico, persino al piccolo pubblico, autori pessimi, mediocri, o virtuosi, ma di nicchia, di nicchia piccina, iniziarono a ridondare le proprie opere sul social network, con atteggiamenti ossessivo-compulsivi.
Viene addirittura documentato come, infine, qualcuno arrivò a credere che l'ampia espansione comunicativa di Facebook potesse essere innovativo trampolino di lancio per consolidare la propria nicchia di lettori e renderla più ampia. Tra questi, ci fu chi decise di aprire una pagina, dove il contatto autore-lettori fosse immediato, nell'espressività di racconti, poesie, amenità varie e anche, ma non solo (a differenza di tante pagine di scrittori), di promozioni delle proprie opere edite o di prossima edizione.
La Repubblica di Facebook, Giusta, Unica, Omologata e Libera, guardò ai funerali di questi esodati dal Reale per dare forma a Commemorazioni di Stato. Per la Repubblica di Facebook si trattava di dimostrare la forza e il consenso popolare di cui disponeva un network tutto sommato abbastanza giovane.
La prima occasione venne con la morte de "I romanzi di Giovanni Sicuranza".
Diversamente dai funerali dell'Era Reale, rapide concretizzazioni del tabù della morte, si volle un funerale ecumenico e omologato. La pagina di Giovanni Sicuranza, rappresentazione olistica dell'autore stesso, disponeva proprio di un'immagine perfetta: l'iscritto era allo stesso tempo critico e devoto alla funzione di Facebook, incarnando, quindi, la schizofrenica dicotomia tra conservatorismo e ribellione al virtuale.
Del resto, lo stesso G. Sicuranza, nell'opera “Gargarismi del crepuscolo” (2011), aveva scritto: “Quelli che pietosamente trovano dignità ultima nel social network / hanno diritto a che i conoscenti, e per questo senza dubbio veri amici, vengano sulla loro pagina”.
Diversamente dai funerali dell'Era Reale, rapide concretizzazioni del tabù della morte, si volle un funerale ecumenico e omologato. La pagina di Giovanni Sicuranza, rappresentazione olistica dell'autore stesso, disponeva proprio di un'immagine perfetta: l'iscritto era allo stesso tempo critico e devoto alla funzione di Facebook, incarnando, quindi, la schizofrenica dicotomia tra conservatorismo e ribellione al virtuale.
Del resto, lo stesso G. Sicuranza, nell'opera “Gargarismi del crepuscolo” (2011), aveva scritto: “Quelli che pietosamente trovano dignità ultima nel social network / hanno diritto a che i conoscenti, e per questo senza dubbio veri amici, vengano sulla loro pagina”.
La pagina "I romanzi di Giovanni Sicuranza" divenne dunque la prima bara scolpita nella memoria dall'eternità del virtuale.
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