Recensorum
Giovanni Sicuranza
- Quel borioso, inutile scribacchino. Continuo a trovarlo citato. Si è creato una pagina su internet, addirittura. Lo leggeranno?
- Figurati, c'è chi lo considera un buon autore.
- Immagino. Trovi lettori anche se pubblichi la lista della spesa. Anzi, se è lunga, in tempo di crisi rischia di diventare un best-seller.
- Allora, lo stronchiamo?
- Sì, il dito mi prude, ma. E' così tronfio di se stesso da risponderci per le rime, da starnutirci addosso i suoi deliri di onnipotenza.
- Lo uccidiamo?
- Con il rischio di renderlo famoso? Sai bene che oggi basta questo, una bella morte, indipendentemente dalla qualità. La morte martirizzata commuove il popolo.
- Ho capito, bruciamo tutti i suoi libri!
- Altra pubblicità. Lo sento già ardere vendetta, quello scrittorucolo.
- Ah, ma dunque? Mi sono stancato di ignorarlo. Non serve, anzi, sembra trarne maggiore determinazione per tornare con quei raccontini insipidi.
- Sai cosa.
- Cosa?
- Penso.
- Cosa?
- Come fargli capire quanto nulla vale.
- Come?
- Lo esiliamo in un suo libro. Lo costringiamo a vivere tra le sue scempiaggini. Tra i suoi dialoghi, le sue idiote trame.
- Magnifico.
- Nella penosa caratterizzazione dei personaggi e dei luoghi.
- Voglio vedere quanto resiste.
- Sì. Nelle sue grottesche morti.
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