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Storia di uomini smarriti - intermezzo

Premessa: oggi, a pranzo, qualcuno mi dice che, insomma, belli i tuoi racconti, ma sempre quel grigio, sempre quel nero; tutto un gotico che circonda ...
Vero, verissimo, la banalità del mio stile in pochi colori. Verso sera ho scritto questo raccontino, veloce, così; non so quale colore rappresenti questa goliardata, ma credo sia diverso dal grigio e dal nero.
Non abituatevi, però.



Storia di uomini smarriti

C’erano una volta due uomini. Uno aveva perso i pensieri, l’altro il pisello.

Uno vagava di smarrito stupore tra le vie, che sì, avevano anche un nome familiare; il fatto è che lui lo dimenticava subito e, preso per l’appunto da angoscia montante, nemmeno ricordava bene il motivo della sua ricerca.

L’altro vagava di leggera consistenza tra i vicoli del piacere, che sì, avevano anche caldi fremiti; il fatto è che lui non ne godeva e, preso per l’appunto da impotenza poco montante, nemmeno accettava più il motivo di tanto affannarsi di corpi.

Nel girovagare tra attese dimenticate per l’uno e represse per l’altro, in un giorno anonimo e freddo si trovarono in un campo di autunno; così, per caso, senza darsi appuntamento, anche perché uno non avrebbe potuto ricordarlo, l’altro non aveva più stimoli a relazionarsi.

- Buongiorno – disse uno

- Lasci perdere – rispose l’altro

- Appunto.

- Che cosa?

- Ho lasciato perdere. I miei pensieri.

- Non me ne parli. Io ho perso il mio pisello.

- Il suo pisello? Pisello pisello – sospirò l’uno – sarebbe …

- Quello che … – arrossirono le parole dell’altro – insomma, qui, in mezzo alle gambe …

- Ah – sfumò l’uno, già in dissolvenza di ricordi.

- L’ha visto per caso?

- Cosa?

- Il mio pisello. L’ha visto?

- Ohibò, egregio signore, e anche se l’avessi visto, come potrei ricordarlo?

- Vero, vero.

- E lei li ha visti?

- I suoi pensieri? Ohibò, esimio signore, e anche se li avessi visti, come potrei riconoscerli nella loro leggerezza?

- Vero vero.

L’uomo che aveva perso i pensieri e l’uomo che aveva perso il pisello si guardarono un’ultima volta intorno, isolati e distanti, finché il secondo si illuminò di intenso chiarore e annunciò un’idea al primo.

- Sentiamo.

- Potremmo allearci e andare in giro insieme. Io la aiuto a trovare i suoi pensieri, lei mi aiuta nella ricerca del mio pisello.

- Pisello?

L’altro accennò ad un soffio di impazienza, ma, ormai privo di ostentata virilità, invece di sputare parole aggressive, rimuginò un po’ intorno alla sua idea e si illuminò di primavera con accento d’estate.

- Si scriva tutto quanto. E partiamo insieme.

Così iniziarono a vagabondare, alleati.

Ancora non hanno trovato quel che cercano, ma da allora, e fino a quando non riusciranno, capita spesso che l’uomo o usa il pisello senza metterci dentro anche un po’ di pensieri, o si perde in elucubrazioni leggere, senza vivere di piacevole e concreto pisello.

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