Passa ai contenuti principali

E li chiamarono briganti. Premessa: articolo di Antonio Pagano


"Voi siete governo nuovo, però meglio a voi si addice la persuasione. Persuadeteci coi fatti, rifateci felici e mostratevi migliori de’ precedenti regnatori".

Cosí, ironicamente, scriveva il 26 giugno 1861 il giornale napoletano "La Tragicommedia", ma, l’ironia che proveniva dai "caffoni" non era ben accetta dai supponenti nuovi padroni piemontesi. La Tragicomedia, d’ordine, cessò di vedere più la luce.

Quanto alla invocata felicità, questa era stata già da tempo profusa in quantità industriale ad uso e consumo del Popolo Duosiciliano: "Il passato fu la ricchezza, la pace, le leggi, le arti, i costumi, la religione" (La Tragicommedia, ibidem).

L’arrivo dei "liberatori" era stato accolto oltre il Tronto (12 ottobre 1860) in modo inconsueto, tanto da far restare attoniti i generaloni savoiardi: invece dei soliti e preconfezionati ramoscelli d’ulivo, sonore schioppettate come benvenuto.

Quale che fosse la componente che maggiormente portò i Duosiciliani alla reazione contro gli invasori ha un’importanza rilevante, perché da essa si potrà trarre la ragione del quasi totale coinvolgimento popolare: legittimismo, lotta di rivendicazione sociale contadina, innata fedeltà del popolo Duosiciliano al Re, tutti motivi certamente presenti, ma che erano il sostrato della vera ragione del rigetto totale alla integrazione tra società diverse ove peraltro una si presentava prevaricatrice dell’altra.

Per un decennio, dal 1860 al 1870, e in alcuni casi anche oltre, un intero popolo, già catalogato come "… affricani, caffoni verminosi, infidi, etc.", pur davanti ad una sicura sconfitta, quasi fatalisticamente, e, perché no, avvolto da un’aura romantica, tra la scelta di vivere in ginocchio o di morire in piedi, non ebbe esitazioni.

Quegli uomini, gli ultimi uomini che osarono alzare la testa, che si sacrificarono in nome della indipendenza del Regno delle Due Sicilie, scrissero le pagine più belle della storia di una Nazione sovrana da oltre 700 anni.


Luoghi comuni come l’amor di patria, la falsa retorica risorgimentale, ma un ancor piú concertato disegno riduttivo e calunniatore, hanno fatto sí che alle migliaia di insorgenti Duosiciliani venisse affibbiato il titolo di brigante, e che, cosa imperdonabile, venisse distrutto il passato storico di una grande Nazione".

da: Periodico Due Sicilie 01/2000






Commenti

Post popolari in questo blog

Esempio di Relazione medico legale. La Valutazione Multidimensionale dell'Anziano

Tolti i riferimenti nel rispetto della riservatezza (vi piace di più "privacy"?), riporto una mia Relazione scritta in risposta al parere negativo del Consulente Medico d'Ufficio, incaricato da un Giudice del Tribunale del Lavoro di rispondere sulla sussistenza dei requisiti per l'indennità di accompagnamento. Non cominciate a sbadigliare, non è troppo tecnica, forse persino utile per comprendere anche aspetti di interesse sulle autonomia della personza anziana (e non solo). Dott. Giovanni Sicuranza Medico Chirurgo Specialista in Medicina Legale cell.: 338-….. e-mail: giovanni_sicuranza@.... Controdeduzioni medico-legali a Relazione di Consulenza Tecnica d’Ufficio del Professore Libro de’ Libris Causa: Itala NEGATA / INPS RGL n. … Premessa. Nella Relazione Medico Legale di Consulenza Tecnica d’Ufficio, redatta il 15.08.2009 in merito alla causa in epigrafe, il professore Libro de’ Libris, incaricato come CTU dal Giudice del Tribunale

In limine vitae

In limine vitae - Giovanni Sicuranza Sa, Alfonso Vasari, Professore della Cattedra di Medicina Legale di Lavrange, che è terminato il tempo dell'ultima autopsia. Tra le dita bianco lattice, tra polpastrelli con ovali di sangue rubino, nei fruscii di tessuti sfiniti, stringe il muscolo più bello e nobile del suo cadavere. Il cuore della donna è sano, anche dopo la fine, nonostante si stia già trasformando in altro. Tre i bambini, tre le giovani donne, uno l'uomo anziano; sette le vite passate alla morte per gravi politraumatismi da investimento pedonale. Tutte avevano un cuore che avrebbe respirato ancora a lungo.  E' delicato, Vasari, mentre lascia andare il muscolo della ragazza nel piatto della bilancia, nero di memorie, di sangue e di organi. 260 chilogrammi, legge sul display verde, e spunta una voce tra gli appunti. Solo un fremito di esitazione, poi con la biro, segna qualcosa, veloce, sussulti blu notte sulla pagina grigia, che potrebbero essere ortogra

Afasia e disabilità. Tra clinica, riabilitazione, medicina legale.

Premessa. 1. La patologia. Il linguaggio è una capacità esclusiva della specie umana e circa 6000 sono le lingue attualmente parlate in ogni parte del mondo. Espressione del pensiero, il linguaggio è il più complesso sistema di comunicazione che assolve alla funzione della regolazione sociale ed alla elaborazione interna delle conoscenze. Tra i disturbi del linguaggio, le afasie abbracciano una molteplicità di tipologie strettamente collegate ai vari livelli di competenza linguistica compromessi (fonetico, fonemico, semantico, lessicale, sintattico e pragmatico). Gli studi sull’afasia iniziano più di un secolo fa quando l’antropologo francese Pierre Paul Broca (1824-1880) utilizza il metodo anatomo-clinico per descrivere, da un lato, le caratteristiche del disturbo del comportamento e, dall’altro, le peculiarità della patologia che ha danneggiato il sistema nervoso di un suo paziente, passato alla cronaca con il nome di “Tan”, unico suono che riusciva a pronunciare, affetto da afasi