Amori universali di Giovanni Sicuranza
È la prima volta chi si incontrano, ma hanno già vissuto insieme eternità di emozioni.
E dunque sanno già, prima di vedersi, che sarà per sempre.
Lui, in particolare, lo ha capito, man mano che la distanza si affievoliva da frasi sussurrate nell’etere.
È iniziato per caso, in un insieme di altri mondi conosciuti e sconosciuti, indifferenti, lontani.
Un’attrazione lenta, come la lenza del pescatore al lago, ma inesorabile, come l’amo che non si stacca più una volta afferrato dalla preda.
E la preda, qui, era lui. Lo ha compreso subito.
Lei, tra tante altre, non ha fatto nulla per nascondergli che non avrebbe accettato vie di mezzo.
“Solo con me. Dentro me”.
All’inizio, lui ha cercato di sfuggirle,ma troppo dolce era la malia, troppo sensuale il loro scambio di sensazioni. Giorno dopo giorno nella vischiosità di lei.
Si dovevano incontrare.
Ed oggi accade.
Lui è grasso. Lo hanno sempre chiamato “Mondo”, e va già bene, perché prima, per prenderlo in giro, lo deridevano con un altro nome: “Mappamondo”. Troppo lungo.
Mondo è tanto radicato nel suo essere, che così si è presentato a lei, dimenticando di darle il vero nome, perché lui stesso non lo ricorda.
Ma a lei piace Mondo.
A lei piace che sia così rotondo.
Lei è ancora più grande. È bulimica, se ne va in giro a risucchiare tutti quelli che, come Mondo, non riescono a rimanere indifferenti alla sua forza di attrazione.
Il suo nome è Stella.
È enorme, Stella.
E, ora che la incontra, Mondo prende la mano che gli tende. La mano che è presa forte, senza scampo. Che, senza altri preamboli, lo attira dentro se.
Mentre svanisce in lei, Mondo non può fare a meno di notare quanto sia nera la mano di Stella. Come il colore del suo vestito e della sua pelle.
Un nero così profondo, da catturare persino la luce.
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