Come ricorderete, ho già evidenziato un parallelismo tra la Resurrezione del mito di Cristo e quella, la prima laica, del mito di Dracula.
Il video allegato è lo spunto per un’altra analogia sul filo conduttore del titolo.
Tutto inizia con Giuda l’Iscariota, quello che, ipocritamente, è considerato dalla Chiesa il traditore per eccellenza.
In realtà, Giuda è l’unico vero Apostolo che, nel mito cristiano, ama e soffre per il suo Maestro.
Ama al punto da mettere in discussione se stesso e il suo amore, non accettandolo passivamente come gli altri seguaci (o tradendo vigliaccamente come il successore debole del Cresto: Pietro).
Ama al punto da pentirsi, dopo avere scoperto che la morte del suo Maestro è sua responsabilità (quantomeno nell’inizio della condanna). E, per amore e vero rimorso, sceglie la dannazione del suicidio.
Della morte nel peccato eterno.
Ecco perché in realtà Giuda l’Iscariota è il vero amico del Cresto.
L’amore, il dubbio, la morte. La dannazione eterna, nel pentimento d’amore.
In Dracula avviene qualcosa di sovrapponibile.
Amore e dannazione. Messa in discussione di se stesso.
Decisione di morire per rinascere come non-morto, al fine di ritrovare il suo “Maestro”: l’Amore.
Incarnato nella donna del futuro, Mina, specchio sensuale della sua principessa.
http://www.youtube.com/watch?v=Dr0vh0A-_k0&tracker=False&NR=1
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