Si vede, si sente
Giovanni Sicuranza
Mi piace vederti, donna mia. Ogni volta sei una sorpresa.
Le tue anche lo sanno; le tue gambe, fasciate da stivali fino al ginocchio, lo capiscono. E i tuoi glutei, erezioni circonflesse sulla gonna, pendoli del desiderio lungo il cammino.
I tuoi passi hanno il ritmo di “Fallin’”.
Alicia Keys ne è consapevole, perché inizia il brano quando passi sotto casa mia. Anzi, a dirtela tutta, credo che sia affascinata da te, perché la sua deambulazione tonale è simbiosi delle tue movenze.
Si vede. Si sente.
- Ciao, amore bello – ti saluto, giorno dopo giorno. Alicia evolve in piroette vocali.
E tu, tesoro, la avverti, questa nostra energia per te, perché ti volti, anche se il mio è solo un fremito, anche se il canto è ovattato dal muro del bagno, dove lo stereo sussurra intimità musicali.
Piano, attraverso il vetro, il tuo volto occupa il marciapiede, diventa unico particolare dell’assoluto.
I tuoi occhi disegnano due sillabe verdi, rotonde, piene di presente e futuro.
“Ti” “amo”, mi dicono.
- Per sempre – aggiungo.
- Per sempre – le tue labbra danzano sulle note dissolventi di Alicia.
Poi c’è di nuovo il marciapiede, dominato dalla felinità delle tue anche. Ti allontani verso il Comune e io inizio a vestirmi, piano.
Ricalcherò in parte il tuo percorso, diretto alla banca dove lavoro, subito dopo gli uffici comunali.
All’ultimo incrocio non tentennerò, anche se il mio mazzo di fiori ha il colore rosso della passione e del sangue, distese sul ciglio del marciapiede.
La donna investita sulle strisce da un SUV, trascinata per oltre duecento metri di scempio e morte. No, non è lei la mia amata.
Ormai sei tu, racchiusa nel cellulare, in un filmato di un minuto e tre secondi. Lì c’è la parte vera di te.
Quella che vivrà oltre il tempo.
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