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I personaggi recupero



I personaggi recupero
Giovanni Sicuranza


"Si sono addormentate le gambe" è un bel modo di dire. 
Da idioti.
Bruciano, le gambe, violate da orde di scosse, e non serve tentare di sollevare prima un tallone e poi l'altro. I piedi ci sono ancora, li vedo, solo che hanno la consistenza del cemento. 
Sono parte delle mura del gabinetto in cui mi avete condannato a vita.
I miei glutei saranno simbiosi con il marmo del cesso, fino a quando uno solo di voi, autore o lettore, avrà memoria di me. 
E ricomincerò, ogni volta che qualcuno riscoprirà questo angolo, anche per caso. 
Tra voi ci sono stitici e ci sono iperattivi della defecazione. 
Ma tutti fate altro. Fate soprattutto altro. 
Io sono qui, sempre. 
Nemmeno Dante avrebbe pensato a una condanna così di merda! 
A proposito, tra i responsabili della mia cagata permanente, secondo dopo secondo, c'è anche lui. 
Arghh!
Ecco, questo era proprio duro. Una testa di moro che ha preteso spazio con pochi preliminari. 
Scommetto che per i personaggi invecchiati. 
A volte il dolore è forte da farmi svenire. 
E il corpo ha sensibilità anarchiche, che non riconoscereste mai. 
Gambe roventi, spalle pesanti. Mani sudate. 
Le labbra, beh, le ho già quasi mangiate per non urlare. Purtroppo i denti funzionano. 
Dovreste esserci qui, voi, scrittori dell'assurdo, con i vostri personaggi patinati, mai descritti in una scena di defecazione. 
O mentre si scaccolano.
A questo deve rimediare Narina. Non la vedo, ma il suo rovistare nelle narici è così continuo e frenetico, che, quando la notte è silenzio, nella sua stanza sembrano correre centinaia di topini. 
Spesso geme, Narina. E la capisco. Defeca con il naso, lei. 
Avete mai provato a trattenere la pipì per oltre cento pagine?
Non vi siete mai scaccolati entro la ottantesima?
Nessuno stimolo alla ponzata prima di finire trecento pagine?  
E i vostri beniamini di carta sono credibili?
Ci chiamiamo "personaggi del recupero", Narina ed io.
E anche Fiotto, prima che annegasse nel mare del Piscio.  
Costretti a svolgere senza fine questi gesti, mancati dai protagonisti della carta narrata. 



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