Passa ai contenuti principali

Frammenti



Frammenti 
Giovanni Sicuranza

Conta, conta ancora, si ripete.
E allora conta.
Guarda il cartello stradale sfrecciare di verde sulla sua sinistra e calcola quanti chilometri mancano alla destinazione.
Guarda il contachilometri e pensa che tra dieci minuti sarà arrivata.
Solo dieci minuti.
Può accadere di tutto.
Taglia il segnale di stop senza rallentare, solo perché il rischio di incidente è un altro pensiero che la eccita. 
Si guarda negli occhi attraverso lo specchietto retrovisore. Sorride. 
Il piede è d’accordo e preme di più sull’acceleratore. Solo un po’, altrimenti potrebbe rischiare di perdere il prezioso carico, pendente attraverso il parabrezza. Già così non è facile trasportarlo, senza considerare il rischio di essere vista da qualcuno. Ma l’ultimo tratto di strada è un rettilineo poco frequentato, ora, mentre il giorno si impossessa della notte con qualche incertezza. 
Per il resto, deve solo ricordarsi di entrare dal lato posteriore della sua casa, dopo di che  riuscire a parcheggiare in tutta tranquillità diventa discesa.
Ma sì, dai, stai tranquilla, si dice mentre lascia ai muscoli del collo e delle spalle il tempo di rilassarsi, la fortuna aiuta gli audaci e trovami qualcuno più audace di te. 
Con la coda dell’occhio controlla lo spazio tra i due sedili anteriori. La telecamera è sempre lì, ben fissata dai supporti in metallo, intenta a registrare davanti. 
Ma non la strada, non il parabrezza. O meglio, non solo il parabrezza.
La donna stacca una mano dal volante e tocca la massa scura che attraversa il vetro proprio in mezzo ad una fine raggiera di crepe, come ragno gigante al centro della ragnatela. La accarezza, piano, delicata, senza togliere gli occhi dalla monotonia dell’asfalto, attenta a non mettersi davanti all’obiettivo.
- Ancora poco e siamo arrivati – sussurra, materna – Sei stato bravo, credimi.
La massa scura non parla e per Alba questa è la risposta più bella.
- Credo proprio che vedrò il tuo filmato fino a sfinirmi – svela sentendo un fremito fuggire dalla schiena e rifugiarsi in mezzo alle cosce. 
Accelera, ancora un po’.
***
Ora è nuda tra profumi di incenso. 
Lambita dalle lenzuola del letto, a pancia in giù, una mano, quella che ha accarezzato la massa scura, affacciata calda tra le sue cosce.
Alba ha desiderio e fame di conoscenza, Alba osserva sullo schermo della televisione ciò che la rende donna.
Nei silenzi della videocamera digitale, sente il richiamo di parole intense, mai pronunciate da un uomo. 
Non da un uomo vivo, almeno.
E le immagini che scorrono, rinnovandosi sul video, le mostrano momenti di agonia. 
La metamorfosi sublime di chi perde la maschera indossata in vita per scivolare verso il proprio vero essere. 
Alba freme, mentre il viso dell’uomo nel filmato muore una, due, tre volte e ancora e ancora in un primo piano. 
Tutto per lei.
***
La barella cigola lenta sulle piccole ruote, forse consapevole della cupezza del suo ruolo. Sta trasportando UM-45 verso la parete, al termine di una lunga vena di asfalto, dove si concluderà l’esperimento  in programma alla Divisione di Medicina Legale della Clinica Universitaria. 
Il Professore Salgemmi sembra non accorgersi nemmeno del carico che si avvicina, coperto da un lenzuolo bianco, pulito e stirato, ma non al punto da nascondere il sottile odore di morte. 
Seduto davanti ad un computer, l’anziano uomo di scienza è intento a osservare i dati sul monitor.
- Eccoci – mormora, indicando alla donna due figure in camice medico – in questo angolo siamo noi, ripresi dalla telecamera installata sull’auto -
Alba si volta, vede la sagoma bianca dell’autovettura, ferma all’inizio della strada, a circa duecento metri di distanza, poi torna a guardare il monitor. 
Siamo due macchie insignificanti agli occhi della macchina, pensa, così facili da schiacciare. 
E al professore rivolge un semplice cenno di intensa. 
Lui continua, giostrando il dito grassoccio sul campo dello schermo 
- Questi sono i dati che riguardano l’impattore a aria compressa sul cofano, per cui quando avverrà l’urto ci svelerà ogni intimo segreto sull’energia cinetica sprigionata – gira il collo taurino verso i fianchi di Alba, in piedi accanto a lui, e nei suoi occhi la donna scopre il lampo di un desiderio che conosce molto bene.
Lei ha ben altro in testa. Almeno al momento. 
Con un gesto deciso della mano riporta l’attenzione del professore sullo schermo.
- E qui, in alto, ci sono i dati dei sensori del cadavere, vero? 
- Esatto, dottoressa - riprende lui con affanno – Non appena avranno preparato il corpo, daremo il via e la macchina sarà lanciata contro il corpo. In questo modo confronteremo i risultati dei nostri dati con quelli delle lesioni trovate sull’uomo.
Alba annuisce. 
D’altra parte, un anno prima è stata proprio lei la promotrice di questi studi con i cadaveri ed è andata avanti a ribadirne la necessità, nonostante le resistenze, nonostante i timori della comunità medica. Solo verificando le lesioni su tessuti e organi umani si possono avere dati precisi in caso di incidenti stradali e migliorare gli standard di sicurezza delle vetture. 
I manichini utilizzati nei crash-test sono utili perché danno un’idea del tipo di danno su un essere umano, ma non permettono di verificarne l’entità. Per questo occorrono volontari particolari, disposti persino a farsi depezzare. 
I cadaveri. 
Alla fine, consci dell’utilità della sperimentazione, e trovato un proficuo sponsor, i baroni universitari hanno accettato, a condizione di mettere il professore Salgemmi, mummia dorata della medicina legale, a capo della sperimentazione. 
Alba si avvicina alla barella, dove il lenzuolo diventa un promontorio. Lo solleva e scopre il volto tumefatto del cadavere. 
I lineamenti sono asimmetrici, il lato sinistro è un rincorrersi disordinato di muscoli scoperti, neri e flaccidi. 
Alba osserva, osserva e sospira, senza mostrare al professore che si è accorta di come la guarda.
- E’ UM-45, maschio, caucasico, 45 anni. Lo hanno trovato due giorni fa’ a trenta chilometri da qui. Nessun documento, nessuna denuncia di scomparsa.
Alba annuisce e con una mano sale sui capelli raggrumati di sangue e materia cerebrale.
- Frattura esposta biossea della gamba sinistra e trauma cranico maggiore con frattura della teca cranica - aspira il professore - Quindi ora ricreiamo con la nostra auto quella che deve essere stata la modalità dell’investimento: fase dell’urto, sulla gamba sinistra, e fase del caricamento, con il cranio che deve avere sfondato ad alta velocità il parabrezza. Non ci sono lesioni riconducibili alle altre fasi, niente proiezione al suolo, niente propulsione, arrotamento o trascinamento da parte del veicolo che lo ha investito. Insomma, credo che in qualche modo il nostro volontario sia rimasto appeso al parabrezza e che chi lo ha investito non abbia avuto nessuna voglia di soccorrerlo – il professore scuote la testa, avendo ben cura di mantenere lo sguardo fisso sulle gambe di Alba – Chissà chi può fare una cosa del genere - 
- Chissà – gli fa eco Alba con tono distratto, mentre continua ad accarezzare, lenta, i capelli del cadavere.
***
La videocamera è in funzione, regolata sulla visione notturna, e la macchina parte con uno stridio di gomme che sveglia il silenzio della periferia. I fari si accendono all’improvviso sull’ultimo momento di vita del professore Salgemmi e ne illuminano lo stupore bovino con cui si accomiata dal mondo di titoli, pomposità accademiche e desideri insoddisfatti.
- Buonasera, tesoro – lo saluta Alba con caldo affetto, dal posto di guida, mentre la sua testa calva si affaccia con uno schianto attraverso il parabrezza – Sorridi, per favore, sei in video.
Poi accelera. Appena.



Commenti

Post popolari in questo blog

Esempio di Relazione medico legale. La Valutazione Multidimensionale dell'Anziano

Tolti i riferimenti nel rispetto della riservatezza (vi piace di più "privacy"?), riporto una mia Relazione scritta in risposta al parere negativo del Consulente Medico d'Ufficio, incaricato da un Giudice del Tribunale del Lavoro di rispondere sulla sussistenza dei requisiti per l'indennità di accompagnamento. Non cominciate a sbadigliare, non è troppo tecnica, forse persino utile per comprendere anche aspetti di interesse sulle autonomia della personza anziana (e non solo). Dott. Giovanni Sicuranza Medico Chirurgo Specialista in Medicina Legale cell.: 338-….. e-mail: giovanni_sicuranza@.... Controdeduzioni medico-legali a Relazione di Consulenza Tecnica d’Ufficio del Professore Libro de’ Libris Causa: Itala NEGATA / INPS RGL n. … Premessa. Nella Relazione Medico Legale di Consulenza Tecnica d’Ufficio, redatta il 15.08.2009 in merito alla causa in epigrafe, il professore Libro de’ Libris, incaricato come CTU dal Giudice del Tribunale

Afasia e disabilità. Tra clinica, riabilitazione, medicina legale.

Premessa. 1. La patologia. Il linguaggio è una capacità esclusiva della specie umana e circa 6000 sono le lingue attualmente parlate in ogni parte del mondo. Espressione del pensiero, il linguaggio è il più complesso sistema di comunicazione che assolve alla funzione della regolazione sociale ed alla elaborazione interna delle conoscenze. Tra i disturbi del linguaggio, le afasie abbracciano una molteplicità di tipologie strettamente collegate ai vari livelli di competenza linguistica compromessi (fonetico, fonemico, semantico, lessicale, sintattico e pragmatico). Gli studi sull’afasia iniziano più di un secolo fa quando l’antropologo francese Pierre Paul Broca (1824-1880) utilizza il metodo anatomo-clinico per descrivere, da un lato, le caratteristiche del disturbo del comportamento e, dall’altro, le peculiarità della patologia che ha danneggiato il sistema nervoso di un suo paziente, passato alla cronaca con il nome di “Tan”, unico suono che riusciva a pronunciare, affetto da afasi

In limine vitae

In limine vitae - Giovanni Sicuranza Sa, Alfonso Vasari, Professore della Cattedra di Medicina Legale di Lavrange, che è terminato il tempo dell'ultima autopsia. Tra le dita bianco lattice, tra polpastrelli con ovali di sangue rubino, nei fruscii di tessuti sfiniti, stringe il muscolo più bello e nobile del suo cadavere. Il cuore della donna è sano, anche dopo la fine, nonostante si stia già trasformando in altro. Tre i bambini, tre le giovani donne, uno l'uomo anziano; sette le vite passate alla morte per gravi politraumatismi da investimento pedonale. Tutte avevano un cuore che avrebbe respirato ancora a lungo.  E' delicato, Vasari, mentre lascia andare il muscolo della ragazza nel piatto della bilancia, nero di memorie, di sangue e di organi. 260 chilogrammi, legge sul display verde, e spunta una voce tra gli appunti. Solo un fremito di esitazione, poi con la biro, segna qualcosa, veloce, sussulti blu notte sulla pagina grigia, che potrebbero essere ortogra