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"Guerriera" di Giovanni Sicuranza - incipit del romanzo "Dove scorre il fiume"





I tuoi occhi sono 
stagni lucidi, che 
esondano sulle guance. 

Il tuo vestito nero è 
un manto di paura, 
che incurva le spalle.

Lontano, sento l’eco 
del rollio della tempesta 
nei tuoi pensieri.

La neve è caduta rossa,
come petali di rosa
dalle rughe dei miei inverni.

Sulle lame delle spade
sguainate dall’ipocrisia, 
mi hanno già dato sepoltura. 

Ma proprio da questo acciaio,
che mi ha tagliato il respiro e 
lo ha reso muto nell’eterno,

ora puoi trovare il giardino 
dove rinasce la tua primavera, 
sopra i denti digrignati dei traditori.

I tuoi consanguinei non 
hanno avuto la mia carne, 
sepolta  e celata dalla terra.

Ma tu, solo tu, hai colto i miei frutti. 
Usali, e cresci, forte e amata.
Guerriera.  

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