Passa ai contenuti principali

"Vanity Author"



"Questa storia, secondo cui se uno scrittore si autoproduce non è un vero scrittore, non è solo incredibile: è assurda e anche un po' buffa. Stiamo parlando dell'unico settore al mondo in cui, se uno scommette sulla sua impresa, gli danno del vanitoso. Quando con i soldi dell'assicurazione mi buttai nell'immobiliare, nessuno diceva che ero un vanitoso: dicevano che ero un imprenditore coraggioso che credeva nel suo prodotto ... Però, se paghi con i tuoi soldi per pubblicare i tuoi libri, perché credi nel tuo lavoro ... allora no, allora non c'è scampo: vanitoso. Vanity author" (dall'intervista a John Locke, pag. 31 del settimanale "Il Venerdì di Repubblica").


Aggiungo questa osservazione rivolta al "vanity author": 
"Se ti autoproduci, sai che schifo. Almeno i libri in libreria sono filtrati da un editore e, dunque, valgono più dei tuoi". 
Affermazione dogmatica, senza appello. 
Chiunque abbia un minimo di dimestichezza di qualità esposta in libreria, chiunque conosca un minimo il mondo dell'editoria, credo stia sorridendo, eppure la maggior parte dei lettori ha questo pregiudizio. Pregiudizio nel senso letterale del termine: un giudizio dato ex ante, ancora prima di avere letto un'opera del "vanity author", nonostante l'abbondanza di scartoffie reperibili (e deperibili) in libreria. 
Altro pregiudizio: "Se ti autopromuovi sei arrogante, o ridicolo, o entrambi". 
Domanda: cosa dovrebbe fare un autore che si autopubblica, se non autopromuoversi? 
A mio avviso, la capacità di promuovere un libro e il contenuto della promozione stessa, quando stimolanti, dovrebbero spingere all'attenzione verso il "vanity author".  
Giovanni Sicuranza

Commenti

Post popolari in questo blog

Esempio di Relazione medico legale. La Valutazione Multidimensionale dell'Anziano

Tolti i riferimenti nel rispetto della riservatezza (vi piace di più "privacy"?), riporto una mia Relazione scritta in risposta al parere negativo del Consulente Medico d'Ufficio, incaricato da un Giudice del Tribunale del Lavoro di rispondere sulla sussistenza dei requisiti per l'indennità di accompagnamento. Non cominciate a sbadigliare, non è troppo tecnica, forse persino utile per comprendere anche aspetti di interesse sulle autonomia della personza anziana (e non solo). Dott. Giovanni Sicuranza Medico Chirurgo Specialista in Medicina Legale cell.: 338-….. e-mail: giovanni_sicuranza@.... Controdeduzioni medico-legali a Relazione di Consulenza Tecnica d’Ufficio del Professore Libro de’ Libris Causa: Itala NEGATA / INPS RGL n. … Premessa. Nella Relazione Medico Legale di Consulenza Tecnica d’Ufficio, redatta il 15.08.2009 in merito alla causa in epigrafe, il professore Libro de’ Libris, incaricato come CTU dal Giudice del Tribunale ...

Afasia e disabilità. Tra clinica, riabilitazione, medicina legale.

Premessa. 1. La patologia. Il linguaggio è una capacità esclusiva della specie umana e circa 6000 sono le lingue attualmente parlate in ogni parte del mondo. Espressione del pensiero, il linguaggio è il più complesso sistema di comunicazione che assolve alla funzione della regolazione sociale ed alla elaborazione interna delle conoscenze. Tra i disturbi del linguaggio, le afasie abbracciano una molteplicità di tipologie strettamente collegate ai vari livelli di competenza linguistica compromessi (fonetico, fonemico, semantico, lessicale, sintattico e pragmatico). Gli studi sull’afasia iniziano più di un secolo fa quando l’antropologo francese Pierre Paul Broca (1824-1880) utilizza il metodo anatomo-clinico per descrivere, da un lato, le caratteristiche del disturbo del comportamento e, dall’altro, le peculiarità della patologia che ha danneggiato il sistema nervoso di un suo paziente, passato alla cronaca con il nome di “Tan”, unico suono che riusciva a pronunciare, affetto da afasi...

Alcune riflessioni sulla lesività delle armi da taglio. Entra l’altro protagonista.

Le lesioni delle armi da taglio, o punta in taglio, come in seguito meglio spiegato, sono tra quelle di più comune riscontro nei delitti contro la persona e contro la vita.  Il motivo è intuibile alla nostra osservazione quotidiana: un coltello può essere reperito molto facilmente, rispetto un’arma da fuoco, basta dare un’occhiata alla cucina. Adesso, però, vi chiedo di non farvi distrarre troppo dal luccichio delle lame casalinghe e di tornare al testo. In effetti, le lame presenti nelle abitazioni, negli uffici, etc., per quanto tagliaenti, non hanno e non dovrebbero avere la finalità di ledere o minacciare la carne, non quella umana perlomeno. Soprattutto se vivente. In questo caso, il loro uso, oltre che illecito, è improprio. Ovvero, si usa uno strumento tagliente per uno scopo che non è proprio di dello strumento stesso (con il coltello da cucina, di solito preparate una bistecca non umana, magari tagliate un pomodoro). Se lo si usa per minacciare, ferire o uccidere un essere...