Passa ai contenuti principali

Olio e Aceto su Tela


Olio e Aceto su Tela - Giovanni Sicuranza

Amedeo era abile nell'olio su tela; dopo il corso di cucina, pensò di avere trovato la strada del successo, perché avrebbe dato ad ogni sua opera il sapore dell'olio DOP. 
Amedeo aveva talento, forse sì, e volontà, certo che sì, ma questi aneliti evolutivi si esprimevano in una combinazione fatalmente malaticcia. 
L'artrite reumatoide aveva iniziato a divorargli le dita già durante i primi disegni a scuola elementare ed era così vorace che si adattò bene all'ambiente del corso di cucina, e accelerò il suo decorso maligno; eppure Amedeo andò avanti, sfumatura dopo dolore, rosso ibuprofen, amalgama di urla su tela. Lo sforzo di un anno dedicato al primo quadro, aveva reso le mani due pezzi di legno, nodosi, pulsanti inquietudine, testardi ad ogni cura. All'alba del trecentosessantacinquesimo giorno, un'alba di inizio novembre, Amedeo si accasciò sulla tela, i residui dell'olio a sfrigolare sulle dita, così densi da sovrastargli l'ultimo gemito. 
Lo trovarono dopo, troppo dopo, in una stanza chiusa, decadente come un blues, con l'aria così viziata e fetente, che il padrone del palazzo, Mastro Vibrissa, pensò di correggerla subito con una damigiana di aceto; l'aceto, ecco, spiegò agli affittuari, l'aceto che tutto pulisce e tutto porta via. 
Versarlo ovunque, ecco, chiosò al suo pubblico pagante, l'aceto è la soluzione più rapida ed economica per ridare sapore all'appartamento; così anche Mastro Vibrissa iniziò la sua magna opera, con vigore, e non si fermò fino a quando la damigiana esalò gli ultimi blop acetonici sui resti del defunto inquilino, sull'indecenza del moroso inquilino, sommergendo lui e quel telo ben strano, macchiato da contorte impronte di dita.

[immagine: "Fluer", Mario Pitarresi, http://www.ioarte.org/artisti/Mario-Pitarresi/]






Commenti

Post popolari in questo blog

Esempio di Relazione medico legale. La Valutazione Multidimensionale dell'Anziano

Tolti i riferimenti nel rispetto della riservatezza (vi piace di più "privacy"?), riporto una mia Relazione scritta in risposta al parere negativo del Consulente Medico d'Ufficio, incaricato da un Giudice del Tribunale del Lavoro di rispondere sulla sussistenza dei requisiti per l'indennità di accompagnamento. Non cominciate a sbadigliare, non è troppo tecnica, forse persino utile per comprendere anche aspetti di interesse sulle autonomia della personza anziana (e non solo). Dott. Giovanni Sicuranza Medico Chirurgo Specialista in Medicina Legale cell.: 338-….. e-mail: giovanni_sicuranza@.... Controdeduzioni medico-legali a Relazione di Consulenza Tecnica d’Ufficio del Professore Libro de’ Libris Causa: Itala NEGATA / INPS RGL n. … Premessa. Nella Relazione Medico Legale di Consulenza Tecnica d’Ufficio, redatta il 15.08.2009 in merito alla causa in epigrafe, il professore Libro de’ Libris, incaricato come CTU dal Giudice del Tribunale ...

Afasia e disabilità. Tra clinica, riabilitazione, medicina legale.

Premessa. 1. La patologia. Il linguaggio è una capacità esclusiva della specie umana e circa 6000 sono le lingue attualmente parlate in ogni parte del mondo. Espressione del pensiero, il linguaggio è il più complesso sistema di comunicazione che assolve alla funzione della regolazione sociale ed alla elaborazione interna delle conoscenze. Tra i disturbi del linguaggio, le afasie abbracciano una molteplicità di tipologie strettamente collegate ai vari livelli di competenza linguistica compromessi (fonetico, fonemico, semantico, lessicale, sintattico e pragmatico). Gli studi sull’afasia iniziano più di un secolo fa quando l’antropologo francese Pierre Paul Broca (1824-1880) utilizza il metodo anatomo-clinico per descrivere, da un lato, le caratteristiche del disturbo del comportamento e, dall’altro, le peculiarità della patologia che ha danneggiato il sistema nervoso di un suo paziente, passato alla cronaca con il nome di “Tan”, unico suono che riusciva a pronunciare, affetto da afasi...

Alcune riflessioni sulla lesività delle armi da taglio. Entra l’altro protagonista.

Le lesioni delle armi da taglio, o punta in taglio, come in seguito meglio spiegato, sono tra quelle di più comune riscontro nei delitti contro la persona e contro la vita.  Il motivo è intuibile alla nostra osservazione quotidiana: un coltello può essere reperito molto facilmente, rispetto un’arma da fuoco, basta dare un’occhiata alla cucina. Adesso, però, vi chiedo di non farvi distrarre troppo dal luccichio delle lame casalinghe e di tornare al testo. In effetti, le lame presenti nelle abitazioni, negli uffici, etc., per quanto tagliaenti, non hanno e non dovrebbero avere la finalità di ledere o minacciare la carne, non quella umana perlomeno. Soprattutto se vivente. In questo caso, il loro uso, oltre che illecito, è improprio. Ovvero, si usa uno strumento tagliente per uno scopo che non è proprio di dello strumento stesso (con il coltello da cucina, di solito preparate una bistecca non umana, magari tagliate un pomodoro). Se lo si usa per minacciare, ferire o uccidere un essere...