Cuccioli sospesi
Giovanni Sicuranza
Mio figlio si sveglia ogni mattina, puntuale alle 07.35.
Mentre apre gli occhi sui miei, io chiudo i miei sui suoi.
Così riesco ancora a dargli un bacio, riesco a fingere che sia tutto come prima e non importa se l'istante dopo vomito.
Mio figlio è morto cinque giorni fa, mentre andava a scuola, investito da un pirata, almeno dicono, come se chi lo ha travolto avesse il teschio sul cofano dell'auto e la benda in un occhio. Voglio dire, se fosse davvero un pirata, sarebbe facile identificarlo, no?
Il mio cucciolo continua a svegliarsi, a sorridermi, con quei fruscii acri di tendini, con quelle convulsioni di vermi che dai denti si arrampicano sugli zigomi, fino al flop nelle orbite.
Il futuro è morto, figlio mio, dico quando gli prendo la mano umida, la speranza è svanita, gli dico mentre la sua pelle si lacera per avvolgermi le falangi.
Mamma, la mia pagina facebook non è svanita, vedi, mamma, continuo a ricevere messaggi, anche ora, ascolta il video dei Kolacny Brothers, mamma, lo hanno condiviso dall'Inghilterra.
Note ampie, lente, note che cadono sulla ragione e la coprono come foglie d'autunno.
Scala e Kolacny sussurrano il sogno e il mio cucciolo ha una convulsione, stringe le mandibole, forte, fino a farsi saltare un altro dente e intanto io aspetto, questo faccio, vomito e aspetto le sue parole.
Se la morte è dissoluzione totale, allora spiegami, mamma, è più folle essere qui, insieme, o che per il mondo io ci sia ancora? Spiegami come posso morire, ma morire davvero, se una parte di me vive nella rete globale.
Ecco perché divento un urlo schizofrenico che divora il lutto, perché vorrei annullare l'orrore, figlio mio, tu sei morto, il tuo corpo è morto, il tuo respiro è morto, e io, capisci, capisci quanto è stupido, ignoro la password per spegnere del tutto il tuo esserci tra noi.
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