Come cartoline - Giovanni Sicuranza
- Smettila - lei, voce leggera, bassa marea, onda vermiglia sul viso dell'uomo sdraiato al suo seno - Nemmeno sai chi sono.
Il mare greco è blu, proprio come un mediterraneo da cartolina, e la luna è piena, grande, con un palpitare grigio tra i respiri dell'atmosfera; potrebbe essere da cartolina anche la luna, ma non adesso, adesso è proprio come il cuore di lei, agitato e cresciuto.
- Non devi dirmi queste parole - gli occhi dentro l'acqua, un tuffo dopo l'altro, veloce, felice, inquieto - Non prendermi in giro.
- Credimi, ti conosco da pochi giorni, ma già so - le labbra dell'uomo hanno il sapore di quest'alba da Dodecanneso; salate e nuove, intense come parole da cartolina - Non sei un capriccio, credimi.
- Non sono un capriccio - ripete lei, perché se lo sente anche con il suono della sua voce forse diventa verità e inizio.
- No, te lo giuro, tu non sei un capriccio.
E il vento, il vento che sale dalle onde, che scende dalla luna, il vento che emerge dalla sabbia, in questo sospiro non è più solo vento, ma un coro di archi, una sinfonia che apre la carne, libera le emozioni, scioglie la ragione.
Questo vento suona per lei, la avvolge con le mani di un Paganini da cartolina.
L'uomo, invece, null'altro aggiunge, la guarda e attende; le labbra appena dischiuse come l'inizio di una promessa, attende che lei si sciolga.
- Smettila - lei, voce leggera, bassa marea, onda vermiglia sul viso dell'uomo sdraiato al suo seno - Nemmeno sai chi sono.
Il mare greco è blu, proprio come un mediterraneo da cartolina, e la luna è piena, grande, con un palpitare grigio tra i respiri dell'atmosfera; potrebbe essere da cartolina anche la luna, ma non adesso, adesso è proprio come il cuore di lei, agitato e cresciuto.
- Non devi dirmi queste parole - gli occhi dentro l'acqua, un tuffo dopo l'altro, veloce, felice, inquieto - Non prendermi in giro.
- Credimi, ti conosco da pochi giorni, ma già so - le labbra dell'uomo hanno il sapore di quest'alba da Dodecanneso; salate e nuove, intense come parole da cartolina - Non sei un capriccio, credimi.
- Non sono un capriccio - ripete lei, perché se lo sente anche con il suono della sua voce forse diventa verità e inizio.
- No, te lo giuro, tu non sei un capriccio.
E il vento, il vento che sale dalle onde, che scende dalla luna, il vento che emerge dalla sabbia, in questo sospiro non è più solo vento, ma un coro di archi, una sinfonia che apre la carne, libera le emozioni, scioglie la ragione.
Questo vento suona per lei, la avvolge con le mani di un Paganini da cartolina.
L'uomo, invece, null'altro aggiunge, la guarda e attende; le labbra appena dischiuse come l'inizio di una promessa, attende che lei si sciolga.

Piano, lungo le dune accennate di figure femminili, tremule tra i bagliori dell'orizzonte, le sue labbra si schiudono nel sussurro di un capriccio per archi di Paganini.
Nel potere ardente di questo suono da cartolina.
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