Passa ai contenuti principali

Il mio giorno della memoria



Il mio giorno della memoria
Giovanni Sicuranza

Nel giorno della memoria, mi capita di pisciarmi addosso. Non dimentico di farla, è che proprio non me ne accorgo. 
Nel giorno della memoria, ogni giorno di ogni anno, la coscienza si distilla negli umori del campo di lavoro e diventa estranea all'agonia del corpo, al suo contrarsi e distendersi, al suo secernere ed espellere. 
Il mio corpo è disfunzione, la mia mente è eterna, formalina dei ricordi. 
Capita che mi tocco, unico momento in cui ho la consapevolezza di essermi bagnato. 
Toccarmi mi fa sentire sopravvissuto, mi ricorda che ho superato quei momenti, perché ero un grande uomo. Insomma, nei mesi della soluzione terminale, al campo di lavoro ho cercato di esprimermi soprattutto tramite il mio arnese. 
Mi commuovo spesso, nei giorni della memoria, io come gli altri residui della morte. 
Nel giorno della memoria, piscio persino dagli occhi. 
Barcollo alle commemorazioni televisive e, vedete, ho sempre questa stilettata di malinconia, qui, proprio dietro lo sterno, che mi frammenterà il cuore.  
Presto troverete un ramo secco, scomposto davanti al televisore, i pantaloni gialli d'urina come foglie d'autunno. Ah, sì, e noterete le mani convulse sullo scarabocchio tra le gambe. 
Un vecchio malato, poveretto, direte, con un sorriso patetico. 
E sarà la sintesi della vostra ignoranza. 

Non credo che siano sopravvissuti molti, a contare tutti i bambini e tutte le donne, a rivedere tutti i giudei che ho sodomizzato nel campo di Treblinka. 

A rinnovare le sensazioni di potere dentro quei corpi spezzati, tra i fumi del mio Reich millenario. 

A rivivere ogni giorno della memoria. 

Commenti

D'accordo, avrei dovuto scrivere il 26 gennaio, ma l'ispirazione ha un calendario diverso.
Se preferite, leggete il racconto tra circa un paio di mesi.
Da questo racconto il romanzo "La pena", dramma esistenzialista di seicentosessantasei pagine in sessantanove capitoli. Di prossima pubblicazione con.

Post popolari in questo blog

Esempio di Relazione medico legale. La Valutazione Multidimensionale dell'Anziano

Tolti i riferimenti nel rispetto della riservatezza (vi piace di più "privacy"?), riporto una mia Relazione scritta in risposta al parere negativo del Consulente Medico d'Ufficio, incaricato da un Giudice del Tribunale del Lavoro di rispondere sulla sussistenza dei requisiti per l'indennità di accompagnamento. Non cominciate a sbadigliare, non è troppo tecnica, forse persino utile per comprendere anche aspetti di interesse sulle autonomia della personza anziana (e non solo). Dott. Giovanni Sicuranza Medico Chirurgo Specialista in Medicina Legale cell.: 338-….. e-mail: giovanni_sicuranza@.... Controdeduzioni medico-legali a Relazione di Consulenza Tecnica d’Ufficio del Professore Libro de’ Libris Causa: Itala NEGATA / INPS RGL n. … Premessa. Nella Relazione Medico Legale di Consulenza Tecnica d’Ufficio, redatta il 15.08.2009 in merito alla causa in epigrafe, il professore Libro de’ Libris, incaricato come CTU dal Giudice del Tribunale ...

Afasia e disabilità. Tra clinica, riabilitazione, medicina legale.

Premessa. 1. La patologia. Il linguaggio è una capacità esclusiva della specie umana e circa 6000 sono le lingue attualmente parlate in ogni parte del mondo. Espressione del pensiero, il linguaggio è il più complesso sistema di comunicazione che assolve alla funzione della regolazione sociale ed alla elaborazione interna delle conoscenze. Tra i disturbi del linguaggio, le afasie abbracciano una molteplicità di tipologie strettamente collegate ai vari livelli di competenza linguistica compromessi (fonetico, fonemico, semantico, lessicale, sintattico e pragmatico). Gli studi sull’afasia iniziano più di un secolo fa quando l’antropologo francese Pierre Paul Broca (1824-1880) utilizza il metodo anatomo-clinico per descrivere, da un lato, le caratteristiche del disturbo del comportamento e, dall’altro, le peculiarità della patologia che ha danneggiato il sistema nervoso di un suo paziente, passato alla cronaca con il nome di “Tan”, unico suono che riusciva a pronunciare, affetto da afasi...

Alcune riflessioni sulla lesività delle armi da taglio. Entra l’altro protagonista.

Le lesioni delle armi da taglio, o punta in taglio, come in seguito meglio spiegato, sono tra quelle di più comune riscontro nei delitti contro la persona e contro la vita.  Il motivo è intuibile alla nostra osservazione quotidiana: un coltello può essere reperito molto facilmente, rispetto un’arma da fuoco, basta dare un’occhiata alla cucina. Adesso, però, vi chiedo di non farvi distrarre troppo dal luccichio delle lame casalinghe e di tornare al testo. In effetti, le lame presenti nelle abitazioni, negli uffici, etc., per quanto tagliaenti, non hanno e non dovrebbero avere la finalità di ledere o minacciare la carne, non quella umana perlomeno. Soprattutto se vivente. In questo caso, il loro uso, oltre che illecito, è improprio. Ovvero, si usa uno strumento tagliente per uno scopo che non è proprio di dello strumento stesso (con il coltello da cucina, di solito preparate una bistecca non umana, magari tagliate un pomodoro). Se lo si usa per minacciare, ferire o uccidere un essere...