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sguardi

Gli occhi dell’uomo nell’occhio nero.
Si conoscono, si osservano da tempo.
Hanno trascorso gli ultimi anni fianco a fianco, sempre in silenzio, consapevoli che sarebbe bastato un fremito ad unirli. Consapevoli che questi sono anni di fremiti, che dividono e spezzano.
Oggi l’uomo desidera quel fremito come non mai.
L’occhio nero è dilatato nel suo, una promessa che riflette fiamme.
La stanza non è in penombra. La vita dell’uomo sì.
Combatte con la camicia nera a fianco dei vecchi alleati, adirato per il tradimento del Re, confuso, sempre più confuso, mentre il mondo promesso annega nella guerra civile.
Oggi piange solo per la sua famiglia.
La sua famiglia che era
Perché sventrarsi nei ricordi di cos’era?
Era, la sua famiglia.
Non è. Non sarà.
Gli occhi lucidi dell’uomo con la camicia nera ammiccano all’occhio nero.
Fuori è iniziata la resa dei conti.
La casa dell’uomo nero è rossa di fuoco e di urla.
Maledicono la sua collaborazione con i traditori della Patria, schiumano desiderio di giustizia.
È inutile spiegare, le parole sono liquefatte nell’acido dell’odio.
L’uomo china il sudore della fronte sull’occhio nero.
Fredda la sua orbita.
E mai fredda quanto il mondo che rimane.
È così bella la vita, pensa l’uomo.
L’occhio nero sa cosa rispondere.
Il suo fremito è fragore esplosivo, è promessa mantenuta.
Ora. Sempre.
Tutto è finalmente nero.

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