La prima volta, Italo morì nel tepore del letto.
La seconda, nel ghiacciaio del suo corpo.
La terza, nell’anarchia cellulare.
La quarta, nel ribollire della putrescenza.
Ma la morte inutile, Italo la vive oggi.
Negli occhi dei visitatori del cimitero, occhi che scivolano sulla foto della lapide.
Ogni giorno assenti.
La seconda, nel ghiacciaio del suo corpo.
La terza, nell’anarchia cellulare.
La quarta, nel ribollire della putrescenza.
Ma la morte inutile, Italo la vive oggi.
Negli occhi dei visitatori del cimitero, occhi che scivolano sulla foto della lapide.
Ogni giorno assenti.
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