Tosse - Giovanni Sicuranza
La tosse è un riflesso improvviso, che avviene in tre fasi: inalazione, forte espirazione a glottide chiusa, violento rilascio dell'aria dai polmoni, che apre la glottide. Il suo meccanismo è regolato da un centro nervoso nel midollo allungato e rappresenta un riflesso primitivo dell'essere umano.
Questo dovete sapere.
L'altro dato è che tossisco senza interruzione dal 31 agosto 2011.
Dalle ore 18.02.
Papà è rapido, mi infila le dita in gola.
Io crollo, con le sue unghie dentro, a raschiare colline di linfonodi, e scendere, profonde fino a uccidermi, e sento i miei occhi farsi grandi, adulti, crescere come il quadrante dell'orologio sul muro della cucina.
6,
dice la lancetta lunga.
Nera.
Papà urla.
2,
dice la lancetta tozza.
Nera,
parassita della grande.
Mio padre dice che mi sbrana la gola con le dita ad artiglio, che raggiunge il mio cuore di figlio bastardo, lo lacera, me lo fa vomitare intero.
Le lancette sono a punta.
Quando mio fratello e mia madre intervengono, ho un forte rigurgito; queste dita paterne sono già parte di me e averle estratte mi ha causato la vera ferita.
L'orologio è fermo alle 18.03.
***
In parte è quanto avvenne, come spiegò il medico che mi ricostruì la laringe d'urgenza. Mentre mamma e fratello tiravano indietro, come cavatappi in simbiosi, le dita di mio padre erano rimaste dilatate, con le unghie a scavare i solchi della ritirata.
Da allora io sono tosse.
***
Mio padre muore alle ore 18.05 del 31 agosto 2016.
Spiace essermi vendicato fuori orario, ma la realtà è formata da tanti piccoli imprevisti, che nei film scompaiono.
Il mio è l'ennesimo attacco, mi piega al suolo.
Papà ne approfitta per qualche calcio in pancia, ben assestato, come in un rigore a tempi stretti.
"Questa volta ti ammazzo", canticchia, "Non c'è nessuno a salvarti, bastardo degenere. La troia in coma con il cancro, tuo fratello spolpato contro il guardrail".
Bravo papi, sintesi mirabile di un anno di tragedie; compreso che tu sei ancora libero.
Agli arresti domiciliari, ad essere preciso, però sempre in casa di mamma.
Che, detto tra noi, ti ha sposato dopo avere avuto un figlio da un altro.
Una parentesi per lei, un odio eterno per te, visto mi hai sempre ucciso.
Con le mani, i calci, con la rabbia.
Insomma, sono a terra, spezzato dalla tosse, gli organi addominali che esplodono al ritmo sincopato dei calci paterni.
Sarebbe tempo di morire.
Intendo, se fossi ancora un essere umano.
Solo che la tosse rappresenta un riflesso primitivo.
Solo che dalle 18.02 del 31 agosto 2011 io sono tosse.
La mia struttura lo ha capito, si è adeguata.
Il torace è quello di uno scimpanzé, l'addome lo ha seguito nella trasformazione, più piccolo, muscoloso. Protetto. Mi sono cresciuti peli ovunque. Forse anche nella gola. Ogni tanto, quando sono in dormiveglia, mi sembra di sentirli muoversi insieme, su e giù, come onda cullante.
Non parlo più, ma i miei suoni gutturali hanno la potenza della furia.
Le vibrazioni della tosse hanno sviluppato i muscoli della schiena e delle spalle.
Scatto.
Ore 18.05, caro papà.
L'orologio sulla parete non è mai stato cambiato.
Le lancette sono nere, il dito lungo ha il suo parassita.
Mi alzo così in fretta, che continui a calciare e trovi il vuoto.
Sei a terra, un tonfo flaccido.
I tuoi occhi non li ricordo bene, l'attimo dopo le lancette li hanno attraversati.
Il tuo corpo danza ballate d'agonia.
Non si ferma, non lo fa nemmeno la mia tosse.
Mi chino.
L'agonia può dare movimenti senza scopo cosciente.
E' un riflesso primitivo.
È come tossire.
Volto sopra volto.
"Mi comprendi adesso, padre?"
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