Leggere libri aiuta.
Probabile, ma non ad evolversi. A seguire i post di gruppi di "lettori forti", i grezzi riciclano il grezzo, quelli con la puzza sotto il naso continuano a sentire, ed evidenziare, solo il fetore altrui e chi indossa paraocchi persevera nel proprio basso profilo.
Probabile, ma non ad evolversi. A seguire i post di gruppi di "lettori forti", i grezzi riciclano il grezzo, quelli con la puzza sotto il naso continuano a sentire, ed evidenziare, solo il fetore altrui e chi indossa paraocchi persevera nel proprio basso profilo.
Il social network ci ha dato la possibilità di espanderci come gas intestinali in un fiorire di citazioni e, ancora peggio, nell'improvvisazione dello squallido ruolo di recensore, così rispettato da zerbini di scrittori e lettori.
A mio avviso, il recensore è un supponente il quale, filtrato un testo attraverso personale lettura, spaccia un soggettivo parere per oggettività, forte dell'evidenza che avrà in chi gli delega la scelta del Bello e del Brutto. Il recensore altri non è che un parassita dell'autore, colui che alimenta la propria visibilità declamando o svilendo opere altrui.
Credo che il modo migliore di lasciare libero un testo, libero di essere intuito, sia riportarne brani, senza ricorrere a masturbate interpretative ed estetiche.
[da "La muffa mia; recensione ai recensori", GiS - m. 12.2013 - PuntoCriticoEditore; 1943]
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