- Giura.
- Ma te l'ho detto, andiamo via, subito.
- Giura.
- Senti, non mi va di stare qui a pregarti, quel coso è già più vicino, sicuro.
- Balle.
- Allora sai che ti dico, obesoide, lo sai, vero?
- Tutto il bene del mondo, tesoruccio.
- 'fanculo, prima mi trascini in questo posto di merda
- Tutto l'odore della campagna.
- vicino al cimitero, poi pretendi di fare crescere i pomodori tra i morti.
- Tutta la fertilità della terra, cara.
- E te ne stai fermo lì, con i tuoi centotredici chili, ad asfissiare il divano, e, mogliettina cara fai questo, tesoruccio fai quello, e vai a controllare l'orto e
- Tutto movimento per te.
- Beh, te lo dico per l'ultima volta, ero lì, tra i tuoi bastardi pomodori e
- Uff.
- e hanno schizzato dappertutto, guarda le mie gambe, guarda, nemmeno se finivano nella falciatrice.
- Lo sai che adoro le tue gambe, tesoruccio.
- Non mi stai ascoltando, vero? Non mi ascolti mai, tu.
- Dai, tesoruccio, basta.
- Era nero.
- Uff.
- Tutto nero.
- Sì.
- E' spuntato dalla terra, ti dico, ha morso i pomodori e quello tra le mie gambe ha gorgogliato, è esploso, e, insomma, quell'essere nero cercava me, ti dico.
- Dubito.
- Cazzo, obesoide merdoso, è uscito dal cimitero, hai capito?
- Uno zombie, dunque.
- Mica me ne sto qui ad aspettarlo, cosa credi.
- Sicura che era uno zombie?
- E' uno zombie; cosa, se no?
- Non so, tesoruccio, un animale.
- Già, del resto non sai mai nulla, tu, dai solo ordini, tu.
- Ti devo guidare, tesoruccio, ti dico dove andare, come fare, per forza, sei cieca come una talpa.
- Ma un affare nero che sbuca dalla terra del cimitero, insomma, sei tu che vedi i film dell'orrore, sei tu che me li racconti.
- Per forza, nemmeno riesci a guardare la televisione, tanto sei miope.
- Beh, rimani pure sul tuo divano sfondato, questa volta te la sbrighi da solo, ecco.
- Uno zombie, eh?
- Addio, obesoide.
- A dopo, talpa mia.
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