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Nero pomodoro


Nero pomodoro - Giovanni Sicuranza

- Giura. 
- Ma te l'ho detto, andiamo via, subito. 
- Giura. 
- Senti, non mi va di stare qui a pregarti, quel coso è già più vicino, sicuro. 
- Balle. 
- Allora sai che ti dico, obesoide, lo sai, vero?
- Tutto il bene del mondo, tesoruccio. 
- 'fanculo, prima mi trascini in questo posto di merda 
- Tutto l'odore della campagna. 
- vicino al cimitero, poi pretendi di fare crescere i pomodori tra i morti. 
- Tutta la fertilità della terra, cara. 
- E te ne stai fermo lì, con i tuoi centotredici chili, ad asfissiare il divano, e, mogliettina cara fai questo, tesoruccio fai quello, e vai a controllare l'orto e 
- Tutto movimento per te. 
- Beh, te lo dico per l'ultima volta, ero lì, tra i tuoi bastardi pomodori e
- Uff. 
- e hanno schizzato dappertutto, guarda le mie gambe, guarda, nemmeno se finivano nella falciatrice. 
- Lo sai che adoro le tue gambe, tesoruccio. 
- Non mi stai ascoltando, vero? Non mi ascolti mai, tu. 
- Dai, tesoruccio, basta. 
- Era nero. 
- Uff. 
- Tutto nero. 
- Sì.
- E' spuntato dalla terra, ti dico, ha morso i pomodori e quello  tra le mie gambe ha gorgogliato, è esploso, e, insomma, quell'essere nero cercava me, ti dico. 
- Dubito. 
- Cazzo, obesoide merdoso, è uscito dal cimitero, hai capito?
- Uno zombie, dunque. 
- Mica me ne sto qui ad aspettarlo, cosa credi. 
- Sicura che era uno zombie?
- E' uno zombie; cosa, se no?
- Non so, tesoruccio, un animale. 
- Già, del resto non sai mai nulla, tu, dai solo ordini, tu. 
- Ti devo guidare, tesoruccio, ti dico dove andare, come fare, per forza, sei cieca come una talpa. 
- Ma un affare nero che sbuca dalla terra del cimitero, insomma, sei tu che vedi i film dell'orrore, sei tu che me li racconti.
- Per forza, nemmeno riesci a guardare la televisione, tanto sei miope.  
- Beh, rimani pure sul tuo divano sfondato, questa volta te la sbrighi da solo, ecco. 
- Uno zombie, eh?
- Addio, obesoide. 
- A dopo, talpa mia.


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