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Il Sicuranza è un'esaltazione del nulla?




“Giovanni Sicuranza classe 1967, lo troviamo in giro tra la storia delle pubblicazioni italiane anche in contesti pregevoli come l’antologia noir “La legge dei figli”, con prefazione di Giancarlo De Cataldo, edita da Meridiano Zero Editore o nell'antologia "365 racconti erotici per un anno” edita da Delos Books Editore. "Storie da Città di Solitudine e dal Km 76" con Youcanprint Editore, l’ha portato a riscuotere un discreto interesse di pubblico e di critica tanto che già con questa pubblicazione la costruzione identitaria prende lentamente piede, ovvero pare che l’autore si trovi nella condizione di dover scegliere se perseguire la strada del noir, del gotico o del giallo tout court. Ad ogni modo il percorso di Sicuranza anche in “Ritorno a Città di Solitudine” passa attraverso il racconto breve, un indicatore di senso impeccabile al fine di condensare la completezza introspettiva dei personaggi, la suspence, la forza della creatività in poche pagine, in pochi fulminei tratti di penna. In questo suo secondo lavoro l’autore sceglie come ombra malevola e macilenta che aleggia su ogni vicenda narrata è tal Federico Luigi Lombroso studioso par exellance degli incubi di Fine Viaggio. Un paese che sin dal 1864 ha stretto un patto di gemellaggio con la Morte (siamo in piena “battaglia” per l’unità d’Italia e tutto parte dall’uccisione “presunta” dei due briganti Rocco e Bendano), forse l’unica risorsa di una terra dove la Signora con la Falce, diventa ristoro per le anime in pena in questo mondo".

Stefano Donno, "Il Pop non è un'esaltazione del nulla

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