Giovanni Sicuranza
["Sotto la terra qualcosa campa"]
Madre di misericordia
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Nostra Signora della Fossa - Lavrange - 1897 |
La muffa, sulle pareti della stanza, sopra il letto, due iridi verde putrefatto a fissare Lora, Lora che è attesa, silenzio e sudore.
Appena sopra l'ombelico, dice la Madre.
Sì, annuisce Lora, con il gomito flesso al massimo, la mano ruotata all'interno e chiusa a pugno.
Il gomito è la tua arma, ricorda la Madre.
Il gomito salva il popolo, pensa Lora con la voce della Madre.
Poi la donna sotto di lei geme.
Ci siamo, dice la Madre, e ferma l'istante, lo fissa per sempre in un'unica scelta.
Lora socchiude le palpebre, la stanza diventa penombra, come se fossero state accostate le persiane e, sei pronta?, chiede alla donna distesa sul letto.
Non c'è risposta, del resto poche gravide riescono anche solo ad annuire.
Queste sono le contrazioni più violente, gli spasmi della vita e della morte.
Salta!, esplode la Madre
SinistraCentraleDestraSpezza
Lora diventa un maglio di tensione muscolare, balza sul letto, il gomito che impatta sul ventre della donna, appena inclinato verso il basso, verso la sua vagina, dove le lenzuola sono annegate di muco e sangue e acqua.
L'urlo è solo uno, dalla gola di questa donna gonfia, ed è lungo fino a travolgere i respiri, straziante fino a uccidere ogni parola.
Lora si lascia andare, esausta, affloscia tutta la sua carne sul pavimento, la mente che rimane sospesa nell'aria sporca della stanza, e vede le gambe nere della divisa della Madre balzare ai piedi del letto, le vede non con gli occhi, le vede perché sa che così finisce il gesto.
Una Madre termina quello che l'Allieva non riesce a portare a termine, per questo è sempre presente le prime volte.
Non ci vuole solo la precisione di un gomito, occorre anche la velocità, prima, durante, dopo. Le gravide non devono vedere quel grumo tumefatto che hanno espulso, quell'essere terminato da un trauma, che avrebbe potuto essere un figlio.
La Madre è lesta a raccogliere tutto nel sacco e poi ad addormentare la donna.
Lora ansima, la testa china, sepolta dai lunghi capelli, le mani aperte sul pavimento freddo di inverno, le dita che cercano di inarcarsi, come zampe di ragno, che subito cadono, indifese.
Sei stata brava, la voce della Madre piove su di lei, come un cielo in rivoli di indaco, poche Matricole riescono a terminare il feto con un colpo solo.
Io, tenta Lora, io non so, Madre, io non so se.
Riuscirai ancora, lo sai, e andrà meglio e sentirai la gratitudine del popolo, lo sai tu e lo sanno tutti cosa rimane al nostro paese quando non riesce più a incrementare la produzione, quando lo sfruttamento delle risorse è diventato impossibile. Anche le gravide sanno cosa rimane da fare. Adesso alzati, Lora, ripeti il credo del nostro popolo.
Le donne che non ubbidiscono alla sterilizzazione, queste donne, Madre, commettono un crimine contro la società.
E poi, Lora.
Silenzio.
Lora cerca di sollevare lo sguardo sulla donna agonizzante nel letto, ma è come se le mani di tutte le gravide, generazione dopo generazione, le tenessero la testa china.
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