Democrazia della morte - Salmo I - Giovanni Sicuranza Diamogli nome Ernesto e facciamolo ciondolare in sincronia con i sussulti dell'autobus 17, imbottito di sudori, babele di parole imprecate, urlate al cellulare. Il display nero sopra la farmacia della piazza ha un rosso acceso, quasi fuoco, in accordo con la temperatura esterna, che, dice, è di 37 gradi. Nell'autobus, fermentato dalla folla, con i finestrini appena aperti in dispnee d'aria, ci saranno almeno 39 gradi. Ernesto, lo vediamo, suda così tanto che sembra una statua sotto una cascata. Una statua di marmoreo pallore. Ernesto pensa, ci prova almeno, perché al suo interno la temperatura sta sparando oltre i 40 gradi, pensa che ancora una fermata, una sola, e sarà finalmente arrivato alla sua fattoria. Diciamo che è questo il momento in cui Ernesto muore, muore davvero, così, all'improvviso, anche se la presa rimane ben salda alle maniglie superiori dell'autobus, il corpo che oscilla veloce...
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