La Peste, ferita sociale Nell’ottobre 1347, la Peste si imbarcò su una nave che dalla Crimea attraccò a Messina, portando un carico di pustole, bubboni e putrefazione. Fu la prima visita documentata del morbo in Europa, a cui ne seguirono altre, ad ondate cicliche, e portò con sé oltre il 30% della popolazione europea. Nessuno aveva mai assistito a una tale devastazione, così intensa, veloce, da portare sconvolgimenti sociali, che, in parte, ancora persistono nella nostra civiltà. A differenza di altre forme di epidemia, già conosciute dall’uomo, come il vaiolo, il colera, la sifilide, la peste aveva la caratteristica di una ferocia inaudita che si abbatteva non su singoli individui, o piccoli gruppi, ma su intere città. Così come improvvisamente era comparsa, la Peste scomparve dopo l’ultimo immane massacro di Marsilia, nel 1720. I suoi festeggiamenti, prima di salutare l’Europa, furono in grande stile, con decimazione della città, impotente, anche se preparata alla prevenzione, ma ...