Sono stata scaglie
di amore domestico
osservate
con insipido desiderio
e adagiate sulle onde del letto
nell’attesa di altro pesce
veloce distratto
oltre tutti quelli
che portavi a casa
e stendevi sulla nostra
quotidianità
Poi un giorno ho capito
come servire nuove portate
di carne detestata
e ti ho trafitto di ami
per ogni mia domanda “mi ami”
con silenzi di fiumi

E in questa penombra di carcere
mi vedevo finalmente
libera dalla tua passione
di travolgenti paludi e stagni
e cotture al vapore
tra occhi opachi e pinne appassite
Invece lascio le mie memorie
d’acqua dolce
ad una compagna di cella
che ha il mio stesso segreto
e vago in cerca
della mia ultima sponda
da quando ho scoperto
che anche qui il menù
sarà a base di pesce
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