Buonasera.
Ho scritto, ho detto, che il romanzo "Sotto la terra qualcosa campa" è a mio avviso particolare.
Alcuni di voi mi hanno scritto, mi hanno detto, di avere abbandonato la lettura dopo qualche arrampica stentata tra le prime pagine.
D'accordo.
E' questo che intendevo con "particolare", altrimenti avrei scelto
"bello",
"coinvolgente",
"non-vi-farà-dormire".
Qui, invece, c'è la trama di un tomo grasso grasso e sporco e pieno di trappole, spesso insensate, di quelle che o rimangono tra le pieghe della memoria oppure vi fanno tornare alla mente elenchi di persone sgradite a cui fare un ignobile regalo.
Non ho scritto "Sotto la terra qualcosa campa" per rilassarvi.
E, avete ragione, non trovate trama lineare da seguire.
Non esiste la tensione, quella sana, di ogni tipo (di ogni tipo di narrazione, intendo), la tensione che accomuna i generi letterari, e gli ibridi loro, e che spinge a correre tra le emozioni pagina dopo pagina.
Questo romanzo è fatica.
Per alcuni una splendida fatica, per altri una fatica inutile.
Ecco, non c'è critica qui, sto solo scrivendo una sorta "bugiardino" per l'uso.
Non comprate "Sotto la terra qualcosa campa" se pensate a un libro "usa e getta".
Non deludete le vostre aspettative e il vostro conto corrente.
Il tipo "usa e getta", splendido, affascinante, gradevole, è (per fortuna) ovunque nel mondo, così sovrappopolato che abbiamo creato gli e-book per respirare un po' e smarrirci ancora nella lettura.
Ah, adesso dovrei chiudere con una frase ad effetto, ci sta, proprio qui, invece no.
Non c'è trama, non c'è tensione.
Fine.
E grazie in ogni caso.
Commenti