Dipinti - Giovanni Sicuranza
La ragazza ha la pelle bianca, davvero tanto bianca; la osservo lungo la finestra fragile della fabbrica e penso che sembra uscita da un processo di galvanizzazione con il latte.
Accanto a lei giace il binario.
Da quanto tempo è morto, io non so.
Non vedo più treni dal boom economico.
E' rigido, il binario, di quel colore scrostato come capita alla carne in epoche di putrefazione.
La ragazza invece mi piace.
Sembra anche un dipinto di natura morta.
Neve su tela.
Così le diceva mio nonno.
Ricordava della ragazza giunta alla stazione durante le ultime agonie della guerra. Era il maggio 1945, diceva nonno Primo ad ogni anniversario della nostra sopravvivenza, io portavo i calzoni corti e le ginocchia storte, mica queste idiozie sformate che indossate adesso.
La ragazza si fermò accanto al binario del treno merci, l'unico del nostro paese, sempre in ritardo, sempre pieno di animali della nostra specie.
Disse amore mio, mio piccino, la sentimmo tutti, noi residuati, disse all'orizzonte che mamma era pronta.
Poi attese, attese che attese.
Mancò poco, la guerra finì.
Lei, invece, no.
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