Formato cartolina * - Giovanni Sicuranza
L'alba dopo, lì dove tace la casa, sono i canti degli uccelli a riempire la morte.
I colori del cielo scivolano pigri sul tappetino di benvenuto, oltrepassano la soglia e si adagiano sui corpi languidi.
Erano donna e uomo e adesso è tardi per conoscerli; nelle profondità dei tagli lungo i polsi hanno nascosto la loro identità, nel sangue emigrato sul letto c'è l'eterno esilio di ogni perché.
Primo giorno di primavera, questo risveglio dei sapori e della terra e del cielo; quando il sole se ne va dietro la casa, e inizia a scendere dalle montagne, i corpi distesi già si trasformano in altro, richiamo per insetti e per qualche predatore che lascia il letargo.
E' un mormorio di vita, questo scorcio di morte; di cose che ci sono e che, quando smettono, cambiano aspetto.
Erano donna e uomo e adesso è tardi per conoscerli; nelle profondità dei tagli lungo i polsi hanno nascosto la loro identità, nel sangue emigrato sul letto c'è l'eterno esilio di ogni perché.
Primo giorno di primavera, questo risveglio dei sapori e della terra e del cielo; quando il sole se ne va dietro la casa, e inizia a scendere dalle montagne, i corpi distesi già si trasformano in altro, richiamo per insetti e per qualche predatore che lascia il letargo.
E' un mormorio di vita, questo scorcio di morte; di cose che ci sono e che, quando smettono, cambiano aspetto.
* dal libro "Sotto la terra qualcosa campa", @Giovanni Sicuranza, 2013-2015
[immagine "La bella addormentata nel bosco", l'editor fotografico online di Blingee]
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