Eccoci
Giovanni Sicuranza
Ora sì,
ti conosco.
Ora qui,
ti rifletto.
Accanto al ramo
ti conosco.
Ora qui,
ti rifletto.
Accanto al ramo
spoglio,
assorbito
in un vento
assorbito
in un vento
di silenzio.
Ora sì,
ti capisco.
Tu dileggiato,
Ora sì,
ti capisco.
Tu dileggiato,
commiserato,
fino al disprezzo
pesante della solitudine.
Braccato dai
domenicali moralismi
della gente.
Ed ora sì,
qui
fino al disprezzo
pesante della solitudine.
Braccato dai
domenicali moralismi
della gente.
Ed ora sì,
qui
ti conosco,
unico seduto
al tuo freddo
unico seduto
al tuo freddo
fianco.
Livido di morsi
Livido di morsi
d’ago,
ti evitavamo
per poi cercarti
nelle nostre
nelle nostre
condanne.
Davanti al tuo
nome inciso
assorbito
assorbito
in una foto
di sorrisi braccati.
Ora sì,
ti capisco
Cercavi un urlo
di sorrisi braccati.
Ora sì,
ti capisco
Cercavi un urlo
più forte
del silenzio
della tua gente.
del silenzio
della tua gente.
Una parola
più vitale
della putrescenza
dei nostri tempi.
Tanto credevi
al tuo desiderio
da accettare
della putrescenza
dei nostri tempi.
Tanto credevi
al tuo desiderio
da accettare
il pungente
aroma di
risposte drogate.
Ora sì,
ti conosco.
Ora qui,
sui tuoi lapidari
Ora sì,
ti conosco.
Ora qui,
sui tuoi lapidari
silenzi,
ascolto chi sei
e vedo
chi siamo noi.
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