Rosa dei silenzi - Giovanni Sicuranza E brava Rosalinda, che prima inzuppa le labbra nel brodo vegetale, poi le morde, lenta, fino a trovare il sapore del sangue. E socchiude le palpebre, le iridi piene di grigio, che nemmeno i quarti di luna sanno tanto di poesia. E geme, bella come geme; la natura mica conosce un suono così fragile e pieno e il vento si fa muto e il giorno perde la vista. E' notte quando Rosalinda inizia la giornata, ancora è notte quando la termina dentro la bara di raso. A volte Rosalinda sente il richiamo della predazione. Scosta una tendina, gela i vetri con l'assenza del respiro, e la finestra non basta più a contenere la sua ombra famelica. Però si trattiene. Lungo le strade non ci sono più mammiferi caldi. La sua specie preferita si è trasformata. Sì, migra ancora da un luogo all'altro della città, ma si è fatta frenetica, silenziosa. Il sangue dell'Homo Sapiens ha per...
percorsi a singhiozzo nella landa di Neurotopia