In queste residue giornate di convalescenza, uno dei libri che più completano e rilassano, che piacevolmente nutrono le mie sinapsi, è "Ulisse" di James Joyce.
Che sia un romanzo non semplice, dall'autore voluto non semplice, è a conoscenza di molti lettori, alcuni dei quali, presumo, hanno più volte e senza successo tentato la lettura.
Il mio parere è che "Ulisse" sia tanto più indigesto quanti più commenti, interpretazioni, guide di lettura sono stati scritti intorno alla trama.
Suggerisco di prenderlo così, nudo, di assaporarlo frase dopo frase e comprenderlo o rifiutarlo - ognuno con la propria interpretazione e i propri stimolanti dubbi.
Se proprio non ce la fate, bene, pazienza, ci sono centinaia/migliaia di libri nello spazio di una vita - purché si viva come da aspettativa media - e qualche decina di questi, presumo, altrettanto validi e complicati.
Ispirato ai tanti "bugiardini" costruiti intorno a questa pietra della narrativa mondiale, ho intuito di fare lo stesso per il romanzo "Sotto la terra qualcosa campa": aggiungere strati su strati di spiegazioni multilivello, dalla costruzione della trama, dall'interpretazione antropologica a quella della critica a un modo di fare narrativa; eccetera.
Come ben sapete, ad oggi la maggior parte dei pochi lettori ha rinunciato a completare la lettura di "Sotto la terra qualcosa campa" per complessità della narrazione.
Notate che di questo romanzo non esistono recensioni, che i pareri positivi si limitano a due o tre lettori - e ancora qui li, anzi, le ringrazio - mentre molti di più sono i rinunciatari delusi e smarriti.
Ma in questi giorni, preso dalla buona lettura di "Ulisse", ignorati tutti gli orpelli esplicativi che ingrassano il libro, ne forzano la lettura, umiliano la sfida del grande narratore, e rendono questo grande esempio della narrativa del XX secolo più un testo da studiare che da leggere, ho compreso che così deve essere anche per uno dei capolavori della narrativa del XXI secolo.
Ergo, "Sotto la terra qualcosa campa" è un romanzo da assumere senza eccipienti, un principio attivo che, qualora non tollerato, va semplicemente sospeso.
E persino - con sollievo del lettore e dell'autore - abbandonato.
Grazie.
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