"Colui che si accosta al Tempio delle Muse privo di ispirazione, illudendosi che le doti di artigiano possano bastare, resterà per sempre un improvvisatore, e i suoi versi arroganti verranno oscurati dal canto dei folli"
[Platone]
Nicolò Ammaniti, Tullio Avoledo, Eraldo Baldini, Stephen King, Joe Richard Harold Lansdale, Charles Michael Palahniuk.
Sei nomi a caso, tra i miei preferiti.
Nessuno di loro, che si sappia, ha mai frequentato un corso di scrittura.
Che tendiate o meno al loro livello, permettete che vi sconsigli di farlo.
Prosa e poesia non ubbidiscono a regole, a volte nemmeno a quelle grammaticali, ma sono il vostro istinto.
Il vostro pizzico di follia, forgiato nella palestra della lunga, attenta, lettura e nell'esercizio della scrittura.
Osservate con occhi diversi, cogliete il particolare nella routine e rendetelo unico.
Se proprio volete, ma solo quando vi sentite "sicuri", leggete i generici suggerimenti di uno scrittore affermato, acquistando a basso prezzo una "guida orientativa". E usatela come confronto, non come cattedra.
Non impaludatevi in corsi mensili, non pagate per farvi svelare il metodo.
Non c'è metodo, nel senso che voi siete il metodo.
Nessuno scrittore potrà insegnarvelo e tantomeno vi svelerà i reali "segreti" del suo comporre (sempre che riesca a razionalizzarli).
Le scuole di scrittura uccidono la narrativa, smembrano la poesia.
Sono ferite dello stile personale d'autore, legami di "regole" e "suggerimenti".
In ultima analisi, consiglio i corsi a scrittori insicuri, prigionieri di se stessi.
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