Epifania – da “La neve defunta”, romanzo di Giovanni Sicuranza I funerali si fanno sempre più fitti. Un tempo vivevo in città e il traffico sulla tangenziale all’ora di punta aveva la stessa densità di queste casse da morto. Già, hai ragione; c h e ne so ormai della mia città; me ne sto qui, lontano, nella cascina di montagna, da giorni, aspetta, da mesi, credo. Qui c’era mio nonno, sì, nonno Oreste, e lo hanno gettato nella terra di confine con i suoi sette fratelli, poi non si è più visto nessuno e allora mi sono detto, cazzo Oreste Giunior, la gente crolla a terra e rimane a gonfiare i giardini, è diventata la discarica della metropoli, senza nemmeno la dignità di una spazzatura differenziata. Cascano tutti come credono di vivere, con borse, valigie, buste della spesa e vestiti e scarpe da festa, da lavoro; uh, ho visto anche zaini di scuola, non sai quanti; allora, ecco, mi sono detto, perché devo stare a guardarmi intorno, questo mi sono detto, aspetto uno...