Il sangue e il libro - Giovanni Sicuranza Non c'era solo il fiume, quell'inverno. Spume di nebbia zittivano l'acqua, assolute, tiranne, fino a prendere le montagne sullo sfondo, fino a dissolverne la solidità vecchia di millenni, canuta di neve. Quell'inverno mi sposai sul pontile di marmo, dito teso tra i passi dei vivi e il vento dei morti. Io c'ero, lei c'era. Ci unimmo per sempre, la strega del fiume ed io, e fu un incontro pieno di lacrime. Piangevano gli invitati della sposa e piangevano le donne e i bambini di Lavrange, quelli sopravvissuti all'epidemia almeno, e sospiravano, tutti, anche i miei amici, persino quella roccia di mio padre. Il fiume si nutrì di nuova nebbia, crebbe e divenne adulto. Fu quello l'inverno in cui il romanzo "Sotto la terra qualcosa campa" ebbe inizio. *** Mentre lo scrivevo, la mia moglie, ragazza nei secoli, si nutriva di aminoacidi, ramificati come i nostri alberi vig...
percorsi a singhiozzo nella landa di Neurotopia